Villana Delle Botti, nata a Firenze da un noto e ricco mercante, visse al secolo di Santa Caterina da Siena, sentendo fin da giovinetta l’attrattiva per i santi silenzi del chiostro. Tuttavia suo padre la costrinse a sposarsi nel 1351 con Rosso Benintendi. La timida fanciulla non seppe opporre la forte volontà di Caterina da Siena e si trovò così trascinata nel turbinio delle feste mondane, che ben presto sedussero e allacciarono l’inesperto suo cuore. Ma Dio, geloso di quella anima, che aveva scelta per sé dall’infanzia, intervenne in modo insolito. Una sera, Villana, davanti a uno specchio sontuoso, splendida nella sua acconciatura, cercò invano di contemplare la sua figura. Il demonio, sotto le fattezze di un orribile mostro le stava davanti. Non era un’illusione, tutti gli specchi gli mostrarono il medesimo spettacolo. Allora capì, corse al convento Domenicano di S. Maria Novella e, ai piedi di un confessore, rinnovò il suo cuore in un profluvio di lacrime. Vestito l’abito del Terz’Ordine intraprese una vita di generoso fervore. Una viva fiamma di carità la consumava letteralmente e fu favorita da sublimi favori. Sopportò con animo lieto penosissime prove, desiderandone ancora di più per conformarsi a Gesù Crocifisso. Amò e soccorse i poveri come solo sa fare una tenerissima madre. Mai venne meno ai suoi doveri familiari, vero modello di matrona cristiana. Sul letto dell’agonia, il 29 gennaio 1361, volle indossare il bianco abito domenicano e mentre le si leggeva la Passione, giunti alle parole: “Et inclinato capite emisit spiritum” dolcemente spirò. E’ sepolta nella Basilica di Santa Maria Novella, in una tomba marmorea opera di Bernardo Rossellino. Papa Leone XII il 27 marzo 1824 ha confermato il culto.
Beata Villana delle Botti (1332-1360) |
Quando aveva tempo Villana si applicava alla lettura della Sacra Scrittura, delle raccolte dei Padri e delle vite dei santi. Prediligeva le lettere di San Paolo, nella cui lettura talvolta era tanto assorta da rimanere priva dei sensi: e non si accorgeva di chi le parlava, anche se lo vedeva con gli occhi aperti. Cosa del resto che spesso le accadeva durante l'orazione o mentre ascoltava la santa messa, come attestano molti che l'hanno vista. Nella lettura delle vite dei Padri si accendeva di tanto amore nel servizio di Dio che per molto tempo nutrì il desiderio di appartarsi in qualche solitudine deserta.
(Vita della Beata Villana scritta da fra' Girolamo di Giovanni, in "La beata Villana, terziaria domenicana del sec. XIV, Firenze 1955, 78-81)