Basilio nacque a Cesarea di Cappadocia verso il 330, da una famiglia di profonda tradizione cristiana. Studiò a Cesarea, Costantinopoli e Atene, dove incontrò poeti e filosofi, storici e retori.
Tornato nella propria città nel 355, egli intraprese un lungo viaggio che gli permise di conoscere la vita monastica in Siria, Palestina, Egitto e Mesopotamia.
Ricevuto il battesimo, Basilio si sentì chiamato a un radicalismo evangelico che emergerà in ogni pagina dei suoi scritti. Ritiratosi nella solitudine di Annesi, dove fu raggiunto poco dopo da Gregorio di Nazianzo, egli visse un tempo di preghiera, di lavoro manuale, di studio della Scrittura e delle opere di Origene.
Uomo istruito da Dio attraverso la via maestra delle Scritture, Basilio radunò attorno a sé un numero sempre maggiore di compagni animati dal suo stesso e unico desiderio: adempiere il comandamento nuovo dell'amore.
Divenuto vescovo di Cesarea nel 370, egli spese tutte le sue forze per porsi al servizio della Parola di Dio, opponendosi a tutti coloro che ne offrivano interpretazioni riduttive, e promuovendo l'esercizio della carità, soprattutto nei confronti dei deboli e dei poveri.
Nelle chiese bizantine, egli è ricordato in particolare per la Divina liturgia che va sotto il suo nome, impiegata in occasione delle feste principali, e per le sue indicazioni fondamentali sulla vita monastica: il suo Asceticon, infatti, è alla base di tutte le regole e le riforme della vita cenobitica in oriente, ed è conosciuto e stimato in occidente grazie alla traduzione latina di Rufino di Aquileia cui potè attingere per scrivere la propria regola.
Basilio morì il 1° gennaio del 379, alle soglie del Concilio di Costantinopoli, che aveva sapientemente contribuito a preparare servendo l'unità e la comunione nella chiesa e tra le chiese, e contribuendo in modo decisivo assieme agli altri grandi padri della Cappadocia all'elaborazione della teologia ortodossa sullo Spirito santo e sulla Trinità, che è alla base del simbolo di fede comune a tutte le chiese cristiane.
Tracce di lettura
In che cosa, chi vive solo, darà prova di umiltà, se non ha nessuno di cui mostrarsi più umile? In che cosa darà prova di misericordia, se è separato dalla comunione con altri? E come potrà esercitarsi nella pazienza, se non c'è nessuno che si oppone alle sue volontà?
Se uno poi dicesse che basta apprendere la Scrittura per correggere i costumi, farebbe esattamente come uno che impara il mestiere del falegname e non fabbrica mai niente, come uno cui viene insegnato il mestiere del fabbro e non vuole mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti.
Il Signore, nel suo immenso amore per gli uomini, non si è accontentato di un insegnamento fatto soltanto di parole, ma volendo donarci in modo preciso e chiaro l'esempio dell'umiltà nella perfezione dell'amore, si cinse i fianchi e lavò i piedi dei discepoli. Chi dunque laverai? Di chi ti prenderai cura? Di chi ti farai ultimo, tu che vivi solo con te stesso? Come si potrà realizzare, nella vita solitaria, la bellezza e la gioia dell'abitare insieme tra i fratelli, gioia che lo Spirito santo paragona al profumo che emana dalla testa del sommo sacerdote?
(Basilio di Cesarea, Regole diffuse 7,4)
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose
Basilio di Cesarea (ca 330-379)