L'Ordine dei predicatori celebra oggi la memoria del Beato Enrico Suso. Nato presumibilmente tra il 1293 e il 1295 a Costanza o nel vicino Überlingen e morto a Ulma il 25 gennaio 1366, Enrico Suso (Heinrich Seuse) entrò a 13 anni nel convento dei domenicani a Costanza. A 18 anni ebbe una prima esperienza estatica, descritta da lui con i caratteristici momenti di visione luminosa e fusione intuitiva col Tutto e Nulla delle cose. S'inizia allora lo "sposalizio spirituale con l'Eterna Sapienza", che improntò di sé tutta la vita di S. Dopo aver studiato per otto anni teologia e filosofia, fu mandato all'università di Colonia. Qui divenne scolaro di Johannes Eckart, le cui dottrine modellarono profondamente il suo pensiero; per difenderne la memoria dalle accuse di eresia e di spirito "beghardico" scrisse il Büchlein der Wahrheit (1327?) - l'unica sua opera di contenuto puramente teorico - dove si sforza di conciliare l'insegnamento di Eckhart con la scolastica ortodossa. Fu a sua volta tacciato di eresia, e per quanto l'accusa risultasse infondata, fu richiamato a Costanza. Qui combatté, con le sue prediche e i suoi scritti, il disgregamento della vita religiosa e della disciplina monastica, conseguenza delle lotte tra Lodovico di Baviera e la Curia, e dell'interdetto papale onde la città fu colpita, e fu perciò fatto segno a persecuzioni e calunnie. Sui quarant'anni, S. rinuncia al tirocinio ascetico per dedicarsi alla redenzione delle anime traviate e per svolgere nei circoli laici, un'attiva propaganda religiosa. Confessore nei conventi femminili, vi diffonde il germe del pensiero mistico: tra le sue "figlie spirituali" primeggia Elsbeth Stagel. Durante l'esilio dei domenicani, rimasti fedeli al papa, Suso è eletto priore del convento, ma dopo il ritorno dell'ordine a Costanza è destituito - forse in seguito alle accuse di una donna - e, malgrado la sua assoluzione, trasferito a Ulma (circa 1348), ove continua la sua opera di predicazione e cura la redazione di un Esemplare normativo delle sue opere, che circolavano in copie inesatte.
Enrico Suso (1293/95-1366) |
Tracce di lettura
Imparate a morire a voi stessi, perché nella morte della volontà naturale si cela una rigogliosa vita dello spirito. Questa morte al gaudio, al dolore e ad ogni nostra scelta quando siamo capaci di cogliere la gioia e il dolore, fa sì che nudi seguiamo il Cristo nudo. Questa regola è breve, perché dovete separarvi con diligenza dalle cose temporali. Con saggezza purificate le immagini delle creature. Elevatevi al cielo con Cristo senza ambiguità.