Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

giovedì 23 gennaio 2020

Menno Simons, i Mennoniti e gli Amish

Nel 1535, nella città tedesca di Münster, non lontana dai Paesi Bassi, veniva stroncato in un bagno di sangue il tragico tentativo di instaurare la Nuova Gerusalemme attraverso la forza. Esso era stato progettato dalle frange impazzite dell'anabattismo olandese, ed ebbe come conseguenza una crudele persecuzione di chiunque si dichiarasse anabattista. L'anabattismo sopravvisse però grazie all'intelligente opera di Menno Simons, il quale ricondusse alle radici evangeliche un movimento che aveva attirato moltissime persone semplici e desiderose soltanto di fare la volontà di Dio.
Simons era nato a Witmarsum, in Frisia, nel 1496 da una famiglia di contadini. Divenuto prete cattolico, egli fu colpito dalla sincera buona fede che riscontrava in molti suoi fedeli, attratti dalle diverse correnti della Riforma.
Attraversò una profonda crisi vocazionale che lo condusse ad abbandonare la chiesa di Roma. Convinto che seguire Cristo poteva significare solo accettare la propria croce, per venti anni predicò la parola di Dio e ricostituì un movimento anabattista liberato da deliri profetici ed escatologici e ricondotto al primato del vangelo. Simons si sforzò di operare una profonda conversione nella propria vita per adeguarla al messaggio evangelico che quotidianamente predicava.
Morì il 31 gennaio 1561. La data odierna è quella in cui è ricordato in alcune chiese evangeliche.

Menno Simons (1496-1561)

La dottrina

La dottrina di Simons è molto lontana sia da quella Cattolica che da quella Riformata. Difficile anche ricondurla all'ortodossia di epoca patristica. Per Simons non era il battesimo che rigenerava il fedele, bensì la fede e la parola di Dio, e solo dopo poteva seguire il rito del battesimo. Ovviamente egli negava il battesimo degli infanti, anzi per Simons il declino della Chiesa cristiana era iniziato nel 407, proprio quando Papa Innocenzo I (402-417) aveva introdotto il battesimo obbligatorio dei bambini. Inoltre per Simons la Messa, intesa in senso cattolico, era un atto sacrilego, poiché constava nell'adorazione della materia, il pane, come se quest'ultimo fosse stato Dio, mentre invece Cristo si donava solo spiritualmente.

Simons mantenne questo concetto docetista anche per quanto riguardava la nascita di Gesù Cristo: era convinto che, come il raggio di luce passava attraverso il bicchiere di acqua senza prenderne la sostanza, così la "carne celeste" di Cristo era passato attraverso il corpo di Maria, senza averne preso una benché minima parte della sua sostanza. Quindi, poiché Gesù era in contatto solo spirituale con l'uomo, Simons si allineava con la tesi di Caspar Schwenckfeld, il quale credeva che il Corpo ed il Sangue di Cristo non potevano essere presenti nell'Eucaristia, sotto le specie del pane e del vino. L'Eucaristia era dunque basata sulla "carne celeste" o "carne spirituale".

Simons fu un innovatore nel comportamento quotidiano dei suoi seguaci, facendo ritornare gli anabattisti allo spirito originario, basato su semplicità, povertà, carità, e sopportazione. Tuttavia, nonostante la sua mitezza, i contemporanei di Simons. non furono certo teneri nei giudizi nei confronti dell'ex prete olandese: Calvino lo paragonò ad un asino e ad un cane!

I mennoniti dopo la morte di Menno Simons

Dopo la morte di Simons, i suoi seguaci, come già detto, furono denominati mennoniti.

Purtroppo quasi immediatamente iniziarono le secessioni interne al movimento: la prima fu quella dei waterlanders (il Waterland era la regione costiera nell'Olanda settentrionale), che furono guidati con energia per 54 anni (dal 1577 al 1638) da Hans de Ries. I waterlanders parteciparono attivamente alla guerra di liberazione dell'Olanda contro gli spagnoli, sia consegnando una forte somma a Guglielmo d'Orange, nel 1572, sia inviando volontari a combattere a fianco dei calvinisti, cosa ancora più straordinaria, vista la tipica vocazione non violenta dell'anabattismo.

Comunque questo spirito pacifista fu ribadito nel 1577 nella Confessione di fede di Waterlander, elaborata da de Ries stesso, in cui si condannò la guerra e la violenza, oltre a sottolineare i punti cardini dell'anabattismo: battesimo solo degli adulti, negazione del peccato originale, condanna del giuramento, obbedienza condizionata alle autorità locali.

Il governo olandese li trattò tutto sommato abbastanza bene, esentando i loro templi e orfanotrofi dal pagamento delle tasse, permettendo loro di fare semplici dichiarazioni al posto dei giuramenti nei tribunali ed esentandoli dalla leva militare dietro pagamento di una somma concordata. I rimanenti mennoniti olandesi invece scomparvero in un frazionamento all'infinito: prima in frisoni (vriezen) e fiamminghi (vlamingen): poi ognuno dei due gruppi si frazionò ulteriormente in conservatori (o vecchi) e moderati (o giovani).

Gli altri mennoniti, che erano la maggioranza, non ebbero la fortuna del gruppo olandese e furono costretti, a causa delle persecuzioni, a spostarsi sempre più verso est, verso la Prussia, la Polonia, l'Ungheria, la Transilvania, fino in Russia, invitati in quest'ultimo paese nel 1786 dall'imperatrice Caterina II (1762-1796), detta la Grande, la quale concesse loro la libertà di religione e l'esenzione militare.

Nel frattempo, nel 1693, dal filone principale dei mennoniti, si era staccato l'ex vescovo svizzero Jakob Amman, il quale aveva fondato una sua chiesa denominata Amisch, poi graficamente semplificato in Amish. Oramai totalmente scomparsi in Europa, gli Amish sono ancora presenti negli Stati Uniti, principalmente in Pennsylvania, e sono caratterizzati da una strettissima osservanza biblica, perciò rifiutano qualsiasi modernità, come automobili, telefoni, televisori e lampadine elettriche.   

Nel XIX secolo, quando in Prussia ed in Russia s'introdusse la leva obbligatoria per tutti, i mennoniti ripresero le emigrazioni verso gli Stati Uniti, dove altri loro confratelli, già dal 1663, erano emigrati, in particolare in Pennsylvania, e dove avevano lottato contro il commercio degli schiavi. Altre emigrazioni del XIX secolo portarono i mennoniti russi, attraverso il Pacifico, in Canada (Manitoba), negli Stati Uniti centrali (Nebraska e Indiana) e in Paraguay.

I mennoniti oggi

I mennoniti sono quindi principalmente concentrati in America: infatti, benché secondo le loro statistiche interne ci siano più di un milione di fedeli (tuttavia secondo altre statistiche sono solo 700.000) sparsi in 60 paesi del mondo, solo in Stati Uniti e Canada (secondo la Mennonite World Conference del 1996) ci sono 415.978 membri (altri danno un numero più contenuto di circa 200-250.000 fedeli nordamericani).

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Giovani donne Mennonite

Tracce di lettura

Quando si diffusero le notizie delle persecuzioni seguite alla tragedia di Münster, il sangue di questi uomini, sia pur sviati, ricadde sulla mia coscienza e ne ebbi dei rimorsi insopportabili. Ripensai alla mia vita impura, carnale, alla dottrina ipocrita e all'idolatria che professavo tutti i giorni sotto una parvenza di pietà, ma senza gioia. Vidi che quelle creature zelanti, pur essendo nell'errore, offrivano volentieri la loro vita e i loro beni per la loro dottrina e la loro fede.
Mentre riflettevo, la mia coscienza mi tormentava a tal punto che non potei più resistere. Mi dicevo: me misero, cosa sto facendo? Se continuo a vivere così e non conformo la mia vita alla parola di Dio; se non condanno apertamente con i miei deboli talenti l'ipocrisia, la falsificazione del battesimo, la cena del Signore snaturata dal culto che insegnano i dotti; se, per timore del mio corpo, non espongo ciò che ritengo essere il fondamento della verità e non concentro tutte le mie forze per condurre il gregge disperso - che farebbe volentieri il proprio dovere se lo conoscesse - verso i pascoli di Cristo, oh come il loro sangue, versato nella trasgressione, griderà contro di me nel giorno del giudizio!
(Menno Simons, Risposta a Gellius Faber)