I discepoli gli dissero: «Se tale è la situazione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene prender moglie». Ma egli rispose loro: «Non tutti sono capaci di mettere in pratica questa parola, ma soltanto quelli ai quali è dato. Poiché vi sono degli eunuchi che sono tali dalla nascita; vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Matteo 19,10-12.
«In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli». Matteo 18,3
Gesù rispose loro: «Voi errate, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio. Perché alla risurrezione non si prende né si dà moglie; ma i risorti sono come angeli nei cieli». Matteo 22,29
Riporto qui di seguito uno splendido componimento poetico-teologico di Metodio d'Olimpo, uno dei grandi padri della Scuola di Antiochia, vissuto tra il terzo e l'inizio del quarto secolo. il testo di Metodio è un canto delle anime dei vergini (uomini e donne!), ovvero di coloro che hanno scelto di donarsi totalmente a Cristo e alla sua Chiesa. È chiaro che si tratta di una verginità che va oltre il dato meramente anatomico. D'altra parte dimostra l'alta considerazione che gli antichi Padri avevano per coloro che, fin dalla giovinezza o, a un certo punto nella loro vita (come Sant'Agostino d'Ippona)
Tecla: Di lassù o vergini si e fatto sentire il suono
di una voce che desta i morti. Ci ordina di partire incontro allo sposo, in
tuniche bianche, con lampade, dalla parte dell’Oriente. Alzatevi prima che il
re penetri all’interno della casa.
Il Coro: Mi serbo pura per te, o Sposo, e muovo
incontro a te reggendo lampade splendenti.
Tecla: Fuggendo la felicità, cura dei mortali, e
disprezzati i piaceri di una vita voluttuosa e l'amore profano, desidero essere
accolta fra le tue braccia vivificanti e contemplare per sempre la tua
bellezza, o Diletto!
Il Coro: Mi serbo pura per te, o Sposo, e muovo
incontro a te reggendo lampade splendenti.
Tecla: Lasciando il matrimonio e il talamo dei mortali e il
mio aureo palazzo per te, o mio re, sono venuta, avvolta in una tunica
Immacolata, per poter entrare con te nelle delizie della tua camera nuziale.
Il Coro: Mi serbo pura per te, o Sposo, e muovo
incontro a te reggendo lampade splendenti.
Tecla: Sfuggita, o Diletto, agli artifizi
innumerevoli del serpente, al morso del fuoco e gli assalti letali delle belve
feroci, aspetto la tua venuta dal cielo.
Il Coro: Mi serbo pura per te, o Sposo, e muovo
incontro a te reggendo lampade splendenti.
Tecla: Dimentico la mia patria, o Signore, per amore
della tua grazia. Dimentico anche la società delle vergini mie compagne, e
financo il desiderio di mia madre e dei miei genitori, giacché, o Cristo, tu
sei tutto per me.
Il Coro: Mi serbo pura per te, o Sposo, e muovo
incontro a te reggendo lampade splendenti.
Tecla: Tu sei l'autore della vita, o Cristo. Salve, o
luce che non conosce tramonto, accetta questa lode punto il coro delle vergini
ti implora, o fiore di ogni perfezione, Amore, Gioia, Prudenza, Sapienza, Verbo.
Il Coro: Mi serbo pura per te, o Sposo, e muovo
incontro a te reggendo lampade splendenti.
Tecla: A porte aperte, o Regina dalla meravigliosa
acconciatura, concedici di penetrare nelle tue dimore. Sposa Immacolata,
trionfante di gloria, affascinante di bellezza, noi ci teniamo accanto al
Cristo, abbigliate come lui, per celebrare le tue nozze beate, o vergine
traboccante di giovinezza!
Il Coro: Mi servo pura per te, o Sposo, e muovo
incontro a te reggendo lampade splendenti.
- Metodio d’Olimpo (250-311) , Il Banchetto o
della verginità, 11,2,1-7