Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

giovedì 6 febbraio 2020

Ksenija di San Pietroburgo. Folle per Cristo

Oggi la Chiesa ortodossa russa ricorda Ksenija di San Pietroburgo, folle per Cristo.

La sua vita viene narrata con dovizia di particolari nell'opera Raba Božia Ksenija, agiografia della santa redatta nel 1895 da Dimitrij Bulgakovskij. Poco si sa sulle sue origini e sui primi anni della sua vita. Sposata con un ufficiale dell'esercito, il Maggiore Andrej Fëdorovič Petrov, rimase vedova all'età di 26 anni dopo la morte di quest'ultimo, stroncato in una festa dall'eccessivo alcool assunto. Le sue agiografie ci narrano che, sconvolta dal dolore per la prematura perdita e dal fatto che il marito fosse morto repentinamente senza aver avuto il tempo di confessarsi e comunicarsi, perse ogni interesse per la vita materiale e decise di seguire il cammino degli "Stolti in Cristo", così come erano chiamati coloro che, seguendo la lettera evangelica (Prima lettera ai Corinti 1:18-24, 2:14, 3:18-19) vivevano di carità vagabondando per le strade e disprezzando il proprio corpo, credendo in tal modo di prendere parte alla Passione di Cristo.

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Ksenija di San Pietroburgo (1720-1803)

Iniziò così a vestirsi con gli abiti del marito, insistendo nel farsi chiamare Andrej Fëdorovič e ripetendo a chi incontrava che era Ksenija ad essere deceduta e non suo marito. Quando iniziò a distribuire le proprie case e i propri possedimenti ai poveri i suoi parenti si rivolsero alle autorità le quali la giudicarono tuttavia capace di intendere e di volere e di disporre come meglio gradiva dei propri averi, permettendo quindi alla stessa di regalare tutto quello che aveva. Iniziò in tal modo a vagabondare sola per le strade di San Pietroburgo, senza avere un posto dove ripararsi dal freddo e dalle intemperie e rifiutando sdegnosamente ogni offerta di aiuto da parte dei parenti che avevano cercato di farla interdire.

Quando l'uniforme rosso-verde di suo marito iniziò ad andare in pezzi, si vestì con degli stracci dello stesso colore. Poco dopo l'inizio della sua nuova vita lasciò Pietroburgo per 8 anni, viaggiando per la Russia al fine di ottenere istruzioni su come meglio indirizzare la propria vita spirituale dagli eremiti e dagli asceti cui faceva visita. Pare che un giorno, incontrando Teodoro di Sanaxar (commemorato il 19 febbraio), questi le avesse rivelato come la sua decisione di lasciare la vita militare (era infatti anch'egli un ufficiale dell'esercito russo) fosse dovuta allo shock di avere assistito alla morte, durante una festa a Pietroburgo, di un militare, che Ksenija credette dalla sua descrizione fosse stato il marito. Tale evento è descritto nelle agiografie di entrambi i santi.

Ritornata a Pietroburgo dovette sopportare inizialmente il disprezzo e gli insulti dei suoi concittadini per i suoi strani comportamenti. Il poco che riceveva di carità lo donava agli altri poveri e ogni notte la passava in veglia e in preghiera in un campo poco distante dalla città. Tale sua abitudine attirò ben presto le attenzioni della polizia zarista la quale, allarmata dal comportamento di Ksenija, investigò sulle sue occupazioni, permettendo infine alla stessa di continuare a vivere come meglio riteneva opportuno.

Presto la sua vita virtuosa iniziò tuttavia ad essere notata dagli abitanti della città che cominciarono a considerarla, seppur contro la sua volontà, una donna pia e capace di miracoli. Profetizzò alcuni eventi riguardanti la vita della città e persino della stessa famiglia reale e, all'avverarsi di queste profezie, iniziò ad essere visitata da un gran numero di persone.

Ksenija sopravvisse circa 45 anni dopo la morte del marito e spirò, probabilmente intorno al 1803, all'età di 71 anni. Fu sepolta nel cimitero pietroburghese di Smolensk.

Negli anni venti del XIX secolo la fama della santa aveva raggiunto picchi così alti che centinaia di persone arrivavano giornalmente a pregare sulla sua tomba, sopra cui, verso la metà del secolo, fu costruita una cappella.

Credenza popolare vuole che chi preghi in questa cappella possa ricevere guarigioni miracolose e possa essere liberato dalle proprie afflizioni.. In Russia è inoltre patrona di coloro che cercano lavoro, degli sposi, dei vagabondi e dei bambini sperduti. Viene anche invocata contro gli incendi. Glorificata dalla Chiesa ortodossa russa il 6 febbraio 1988, considerata una dei santi patroni della città di San Pietroburgo, è ricordata il 24 gennaio del calendario giuliano (6 febbraio di quello gregoriano).