Renata di Valois-Orléans Blois, (1510-1575), figlia secondogenita di Luigi XII di Francia, orfana del padre nel 1515 fu accolta alla corte del re Francesco I che era suo cognato. Ebbe come precettore l'umanista Jacques Lefevre d' Etaples che le trasmise le proprie concezioni protestanti. Andò sposa al duca Ercole II d'Este nel 1528. A Ferrara Renata formò un cenacolo intellettuale nel quale erano ospiti molti protestanti italiani, e dove si celebrava anche la la comunione nella forma protestante della Santa cena. Nel 1536 ricevette la visita, sotto mentite spoglie, di Giovanni Calvino con il quale Renata manterrà fino alla morte del riformatore ginevrino una regolare corrispondenza; anche i suoi libri di spesa testimoniano il suo impegno calvinista e l'acquisto di molte opere riformate. La permanenza per alcuni mesi, nel 1541,del riformato Celio Secondo Curione, portò alla conversione dell'umanista Fulvio Morato e della figlia Olimpya, compagna di studi delle figlie Anna e Lucrezia. La villa di Consandolo dove la duchessa risiedeva nei mesi estivi, era un centro di diffusione di libri protestanti proibiti, oltre che di accoglienza dei profughi e nell'espatrio dei minacciati di persecuzione. Si oppose fermamente alla condanna al rogo, del protestante Fanino Fanini(Camillo Fannio) sollecitando il marito a liberare il fornaio faentino. Le minacce del cardinale inquisitore resero vano ogni intervento e il Fanini fu impiccato e bruciato a Ferrara il 22 agosto 1550. Renata era intenzionata a educare le due figlie, Anna e Lucrezia, nella fede riformata: è per questo motivo che il pastore della Rovere,mandato probabilmente da Calvino, arrivò clandestinamente nella corte ferrarese ove tenne quindici prediche e alla celebrazione protestante della Santa Cena, alla quale assistettero, fra gli altri, oltre alla duchessa e alle sue figlie, anche la moglie del governatore di Piacenza e Isabella Bresegna. Da Roma si comprese la necessità di intervenire direttamente negli affari della corte estense, per estinguere ogni focolaio calvinista isolando la duchessa.
Renata di Francia (1510-1575) |
Nel marzo del 1554 Renata si oppose alla presenza delle figlie nelle cerimonie di celebrazione della Pasqua. La delicata situazione politica obbligarono il duca Ercole II a chiedere allo stesso re francese Enrico II l'invio di un teologo che potesse convincere la moglie a ritornare alla fede cattolica: giunse a Ferrara lo stesso inquisitore generale. Agì anche Calvino, che inviò da Ginevra il pastore François Morel perché aiutasse a sostenere la duchessa nella propria fede. Ercole II decise di agire con risolutezza: mentre le due figlie venivano rinchiuse in convento, il 7 settembre 1554 Renata fu prelevata dalla sua residenza di Consandolo e isolata negli appartamenti del Castello estense, costretta a una formale abiura della propria fede e ad assistere alle funzioni cattoliche. Calvino cercherà invano di stabilire dei contatti con Renata mediante Ambrogio Cavalli, questi fu arrestato, condotto a Roma, processato, impiccato e bruciato il 15 giugno 1556. Dopo la morte di Ercole II, avvenuta nel 1559, Renata preferì abbandonare Ferrara per trasferirsi nel suo castello in Francia di Montargis; durante il viaggio, il 7 ottobre 1560, si fermò presso la corte sabauda del duca Emanuele Filiberto, cercando invano di distoglierlo dall'intraprendere la persecuzione dei valdesi. A Montargis continuò a favorire la causa della Riforma, accogliendo anche profughi italiani, malgrado le minacce del genero,il duca di Guisa, capo della fazione cattolica francese, e della stessa Corona francese. Durante i primi tre anni delle guerre di religione, seppe preservare Montargis grazie agli abili negoziati condotti con gli eserciti protestanti e quelli cattolici. Riuscì a imporre l'idea che la piccola città, situata su un asse fluviale strategico, poteva rimanere neutrale non accogliendo nessuno dei contendenti. Presente a Parigi alle nozze di Enrico di Navarra nel 1572, il suo appartamento fu protetto dalle guardie di suo genero, il duca di Nemours. Dopo i massacri avvenuti nella notte del 23 – 24 agosto del 1573 lasciò Parigi sotto scorta armata. Continuò a proteggere i suoi compagni di fede che le chiedevano di essere ospitati. Morì nel suo castello il 12 giugno del 1575. Nel testamento, scritto il 22 ottobre 1573, ringraziava Dio per essere stata istruita "nella sua pura parola e verità, un beneficio singolare che supera qualunque altro si possa ottenere in questo mondo." Fu sepolta nel suo Castello presso un luogo segreto mai rilevalto e che tutt'oggi non è stato ritrovato.
- Associazione Protestante di Cultura Biblica Albert Schweitzer