La Chiesa anglicana celebra oggi la memoria di Matilde di Magdeburgo (ca 1208-1283), beghina.
Il monastero di Helfta fu nel XIII secolo un luogo di alta spiritualità e un ritrovo di grandi mistiche che trovavano alimento nella ruminazione quotidiana delle Scritture. Molte di loro non erano monache tradizionali, ma beghine rifugiatesi in monastero per le persecuzioni attuate contro il beghinaggio da parte soprattutto dei frati domenicani. Fra le beghine giunte a Helfta, la più celebre fu senz'altro Matilde di Magdeburgo. Poco si sa della sua vita. Nata intorno al 1208 nella diocesi di Magdeburgo, appartenente a una famiglia nobile, Matilde decise giovanissima di ritirarsi presso una comunità di beghine, cioè di donne che rifiutavano le tradizionali forme di vita religiosa, ma che desideravano vivere un'intensa vita interiore in piccoli nuclei ai bordi dei villaggi. Per trent'anni Matilde visse una profonda comunione con il Signore nella preghiera; non appena però, su ordine del confessore, si accinse a mettere per iscritto le proprie esperienze, iniziarono per lei i guai, soprattutto perché denunciava con molta franchezza la corruzione del clero di cui spesso era stata testimone. Nel 1261, dopo il sinodo domenicano di Magdeburgo contro le beghine, Matilde si rifugiò a Helfta, dove fu compagna di Matilde di Hackeborn e maestra di Gertrude di Helfta.
Nella pace di quel cenobio e nella compagnia di donne straordinarie, Matilde portò a termine la sua opera letteraria, le Rivelazioni, in cui raffigurava - con immagini tra le più belle della letteratura medievale - lo sprigionarsi della luce divina in un cuore che ha meditato per tutta la vita la parola di Dio. Matilde morì attorno al 1283, completamente cieca, ma con una vivida luce negli occhi del cuore. La data odierna è quella in cui Matilde è ricordata dalla Chiesa d'Inghilterra, lo stesso giorno in cui nel Calendario monastico si fa memoria di Matilde di Hackeborn.
Matilde di Magdeburgo (1208-1283) |
I beghinaggi
Tra l’XI e il XIV secolo sorse in Europa, nelle Fiandre, un grande movimento di rinnovamento spirituale, con le donne come protagoniste. Questo movimento spirituale di donne di ogni estrazione sociale, fu ispirato dal desiderio di condurre una vita di intensa spiritualità fuori dai monasteri, vivendo nella propria casa e nella propria città. Queste autentiche “donne di preghiera e carità”, anche per aiutarsi l’un l’altra, si stabilirono in case vicine formando piccole comunità in piccoli quartieri chiamati “beghinaggi” ai margini delle città e dei villaggi. Il primo di questi “beghinaggi” comparve a Liegi su iniziativa del presbitero Lambert la Bègue, che cerò di organizzarle in comunità, da cui il nome di “beghine”. L’appellativo “beghina”, assunse un connotato negativo Le beghine hanno incarnato una delle esperienze di vita femminile più libere della storia. Laiche e religiose al tempo stesso, esse cercarono forme di vita che permettesse loro di conciliare una doppia esigenza: quella di una vita monastica e quella di cristiane che vivono nel mondo, ai margini della struttura ecclesiastica.
Le beghine non erano delle suore, non prendevano infatti i voti e potevano ritornare alla vita normale in qualsiasi momento: vivevano in castità e spesso dedite alla carità, un po' come delle converse, cioè delle suore laiche. Inoltre non chiedevano l'elemosina (da cui si capisce che è errata l'etimologia da beg o begard), ma mantenevano le loro proprietà originarie, se ne avevano, oppure, se necessario, lavoravano, per esempio filando la lana o tessendo.
La prima donna ad essere identificata come b. fu la mistica Maria di Oignies, che influenzò il cardinale Jacques di Vitry (1160-1240), protettore del movimento, di cui Vitry ottenne il riconoscimento, purtroppo solo a parole, da Papa Onorio III (1216-1227) nel 1216.
Successivamente, i beginaggi divennero delle vere e proprie comunità, orientate alla cura dei malati e all'aiuto di donne sole, non accettate dai conventi. Ci furono beghinaggi, forti anche di migliaia di beghine (come a Ghent), in tutte le città e paesi del Belgio e dell'Olanda, dove, nonostante le vicissitudini storiche (furono per esempio aboliti durante la Rivoluzione Francese), esistono oggigiorno, dopo ben sette secoli, ancora 11 comunità in Belgio e 2 in Olanda.
Ci fu anche una forma maschile di beghinaggio, che ebbe minore diffusione rispetto alla controparte femminile e fu denominata (con un connotato negativo in senso eretico) begardi.
In Italia furono denominati anche bizzocchi o pinzocheri o beghini e condussero spesso una vita da predicatori erranti (molto diffusa nel Medioevo) e furono molto impegnati nel denunciare il nicolaismo (l'abitudine dei religiosi di vivere in concubinato con donne) e la corruzione del clero, propendendo per una vita apostolica e povera, come quella di Gesù e dei primi Apostoli.
Su questi punti in comune si allearono spesso con i Francescani spirituali nel combattere il comune nemico Papa Giovanni XXII (1316-1334), che contro di loro scatenò il famoso (o meglio famigerato) inquisitore Bernardo Gui (1261-1331).
Nonostante l'approvazione papale, negli anni successivi seguì una raffica di condanne, a loro carico, ai sinodi di Fritzlar (1259) e Mainz (1261), concilio di Lione (1274), sinodi di Eichstätt (1282) e Béziers (1299), ed infine al Concilio di Vienne (1311-12), dove furono condannate come eretiche, sebbene venisse precisato nel contempo che non c'era nulla di male in comunità formate da donne penitenti anche senza che esse avessero preso i voti.
Nel 1310 fu bruciata sul rogo Marguerite La Porète, una beghina con simpatie verso i Fratelli del Libero Spirito ed autrice del libro Le miroir des simples âmes (lo specchio delle anime semplici), attribuito per anni a Santa Margherita d'Ungheria.
Sempre Giovanni XXII perseguitò con furore beghine e begardi, come si è detto, mediante Bernardo Gui, benché il Papa stesso cercasse di distinguere tra forme eretiche e forme ortodosse del movimento. Pur tuttavia, l'elenco dei processi e relativi roghi di b. durante questo periodo, soprattutto in Francia meridionale, è impressionante: a Marsiglia (il beghino Pierre Trancavel e sua figlia Andreina), Narbona, Carcassonne, Béziers e Tolosa si giustiziarono senza pietà i beghini.
Tra l’XI e il XIV secolo sorse in Europa, nelle Fiandre, un grande movimento di rinnovamento spirituale, con le donne come protagoniste. Questo movimento spirituale di donne di ogni estrazione sociale, fu ispirato dal desiderio di condurre una vita di intensa spiritualità fuori dai monasteri, vivendo nella propria casa e nella propria città. Queste autentiche “donne di preghiera e carità”, anche per aiutarsi l’un l’altra, si stabilirono in case vicine formando piccole comunità in piccoli quartieri chiamati “beghinaggi” ai margini delle città e dei villaggi. Il primo di questi “beghinaggi” comparve a Liegi su iniziativa del presbitero Lambert la Bègue, che cerò di organizzarle in comunità, da cui il nome di “beghine”. L’appellativo “beghina”, assunse un connotato negativo Le beghine hanno incarnato una delle esperienze di vita femminile più libere della storia. Laiche e religiose al tempo stesso, esse cercarono forme di vita che permettesse loro di conciliare una doppia esigenza: quella di una vita monastica e quella di cristiane che vivono nel mondo, ai margini della struttura ecclesiastica.
Le beghine non erano delle suore, non prendevano infatti i voti e potevano ritornare alla vita normale in qualsiasi momento: vivevano in castità e spesso dedite alla carità, un po' come delle converse, cioè delle suore laiche. Inoltre non chiedevano l'elemosina (da cui si capisce che è errata l'etimologia da beg o begard), ma mantenevano le loro proprietà originarie, se ne avevano, oppure, se necessario, lavoravano, per esempio filando la lana o tessendo.
La prima donna ad essere identificata come b. fu la mistica Maria di Oignies, che influenzò il cardinale Jacques di Vitry (1160-1240), protettore del movimento, di cui Vitry ottenne il riconoscimento, purtroppo solo a parole, da Papa Onorio III (1216-1227) nel 1216.
Successivamente, i beginaggi divennero delle vere e proprie comunità, orientate alla cura dei malati e all'aiuto di donne sole, non accettate dai conventi. Ci furono beghinaggi, forti anche di migliaia di beghine (come a Ghent), in tutte le città e paesi del Belgio e dell'Olanda, dove, nonostante le vicissitudini storiche (furono per esempio aboliti durante la Rivoluzione Francese), esistono oggigiorno, dopo ben sette secoli, ancora 11 comunità in Belgio e 2 in Olanda.
Ci fu anche una forma maschile di beghinaggio, che ebbe minore diffusione rispetto alla controparte femminile e fu denominata (con un connotato negativo in senso eretico) begardi.
In Italia furono denominati anche bizzocchi o pinzocheri o beghini e condussero spesso una vita da predicatori erranti (molto diffusa nel Medioevo) e furono molto impegnati nel denunciare il nicolaismo (l'abitudine dei religiosi di vivere in concubinato con donne) e la corruzione del clero, propendendo per una vita apostolica e povera, come quella di Gesù e dei primi Apostoli.
Su questi punti in comune si allearono spesso con i Francescani spirituali nel combattere il comune nemico Papa Giovanni XXII (1316-1334), che contro di loro scatenò il famoso (o meglio famigerato) inquisitore Bernardo Gui (1261-1331).
Nonostante l'approvazione papale, negli anni successivi seguì una raffica di condanne, a loro carico, ai sinodi di Fritzlar (1259) e Mainz (1261), concilio di Lione (1274), sinodi di Eichstätt (1282) e Béziers (1299), ed infine al Concilio di Vienne (1311-12), dove furono condannate come eretiche, sebbene venisse precisato nel contempo che non c'era nulla di male in comunità formate da donne penitenti anche senza che esse avessero preso i voti.
Nel 1310 fu bruciata sul rogo Marguerite La Porète, una beghina con simpatie verso i Fratelli del Libero Spirito ed autrice del libro Le miroir des simples âmes (lo specchio delle anime semplici), attribuito per anni a Santa Margherita d'Ungheria.
Sempre Giovanni XXII perseguitò con furore beghine e begardi, come si è detto, mediante Bernardo Gui, benché il Papa stesso cercasse di distinguere tra forme eretiche e forme ortodosse del movimento. Pur tuttavia, l'elenco dei processi e relativi roghi di b. durante questo periodo, soprattutto in Francia meridionale, è impressionante: a Marsiglia (il beghino Pierre Trancavel e sua figlia Andreina), Narbona, Carcassonne, Béziers e Tolosa si giustiziarono senza pietà i beghini.
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose