COMMENTO ALLA LITURGIA DELLA QUINTA DOMENICA DOPO PASQUA
comunemente chiamata Rogation sunday (Domenica delle petizioni)
Colletta
O Signore, dal quale proviene ogni cosa buona; concedi a noi, tuoi umili servi, di desiderare, mediante la tua santa ispirazione, ciò che è buono, e di perseguirlo mediante la tua guida misericordiosa. Per il nostro Signore Gesù Cristo. Amen.
Letture
Gc 1,22-27; Gv 16, 23-33
Commento
Nella Parola incarnata, che è Gesù Cristo, noi possiamo trovare la nostra vera natura, a immagine e somiglianza di Dio; ma l’apostolo Giacomo ci esorta a non limitarci a un compiacimento momentaneo: il nostro sguardo interiore deve restare fisso in essa, affinché lo Spirito ci trasformi, restaurando in noi la bellezza divina.
Il Signore non cerca semplicemente uditori della sua parola, ma persone che la mettano in pratica, "facitori della parola" (Gc 1,22): per il cristiano, l'essere, il fare, devono predominare sull'apparire.
In passato, in questo giorno di festa chiamato Rogation Sunday "Domenica delle petizioni", venivano presentate a Dio preghiere particolari per il raccolto della terra e per coloro che la lavoravano. Oggi continuiamo a riconoscere che attraverso la benedizione di Dio il nostro lavoro può portare frutti di carità in abbondanza.
La festività è occasione per domandare a Dio di insegnarci a svolgere il nostro lavoro con impegno e dedizione, quale contributo al bene della comunità umana; ma anche a coltivare con perseveranza i territori ancora aridi del nostro cuore, affinché possano produrre frutti di conversione.
Gesù esorta i suoi discepoli a chiedere, a chiedere nel suo nome, direttamente al Padre. E tutto ciò che chiederanno nel suo nome, il Padre lo concederà; la garanzia è data dal fatto che il Padre li ama perché loro hanno amato Gesù e hanno creduto che egli è venuto da Dio.
Chiedere nel nome di Gesù significa che le nostre richieste devono muoversi nel perimetro tracciato dal vangelo, dall'esempio stesso che Gesù ci ha dato con la sua vita. Nessun discepolo è più grande del maestro, così a volte non otteniamo ciò che chiediamo perché chiediamo la cosa sbagliata, qualcosa che ci allontana dalla vera sequela di Cristo.
Chiediamo dunque a Dio di insegnarci a "esaminare attentamente la legge perfetta" (Gc 1,25), che non è semplicemente un elenco di precetti, ma il Figlio di Dio che si è fatto uomo. E così, ascoltando attentamente, contemplando assiduamente, lo Spirito ci trasformi in lui, "di gloria in gloria". (2 Cor 3,18).
- Rev. Dr. Luca Vona