Lettura
Giovanni 15,12-17
12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
Commento
L'amore che ci chiede di esercitare Gesù è un comandamento prima che un'emozione. Questo significa che deve travalicare le sensazioni del momento e le simpatie particolari, ma deve rappresentare una vera e propria scelta. L'amore non esclude il dovere della correzione, che deve essere sempre accompagnata dalla dolcezza e dalla vigilanza su di sé (Gal 6,1-2).
Vi è una stretta relazione tra l'amore e la fede. Senza la testimonianza della carità la nostra fede è vana e non risulterà credibile.
Saremo amici di Gesù se faremo ciò che egli ha comandato (v. 14). L'amore che ci viene richiesto è dunque un amore fattivo, una fede che si fa operosa, non uno sterile assenso dell'intelletto o un devoto sentimentalismo.
Nei discepoli non c'è spazio per alcuna forma di orgoglio spirituale perché è Gesù che li ha scelti - "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi" (v. 16), a prescindere dai loro meriti, proprio come Israele fu costituito da Dio suo popolo eletto a presceindere da ogni merito.
Anche i discepoli sono stati "costituiti" (v. 16), Gesù ha affidato loro un vero e proprio mandato, affinché portino frutto. Il frutto di questa elezione è descritto dal Nuovo testamento e consiste nelle buone attitudini (Gal 5,22-23), nella rettitudine (Fil 1,11), nella lode (Eb 13,15) e soprattutto nella predicazione del vangelo della salvezza (Mt 28,18-20; Rm 1,13-16).
L'investitura che Gesù conferisce ai discepoli è in relazione con il suo esempio di amore totale (v. 12). I cristiani sono chiamati a seguire l'esempio dell'amore sacrificale di Gesù sulla croce, donandosi gli uni gli altri senza riserve.
Gesù assicura che la preghiera fatta nel suo nome - ovvero secondo le necessità del regno di Dio - sarà esaudita (v. 16). Dobbiamo impegnarci a chiedere soprattutto l'amore vicendevole che Gesù comanda, perché questi può essere ottenuto solo come dono soprannaturale. Non c'è bene più grande, perché se vi fosse carità ovunque, nessun altra legge sarebbe necessaria per gli uomini.
Preghiera
Insegnaci ad amare, Signore, come tu ci hai amati; affinché la carità operosa generi frutti di conversione, a lode del tuo Nome. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona