Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

sabato 29 maggio 2021

Per l'Alleanza Evangelica Italiana siamo tutti "sessualmente anormali"

Il 27 maggio 2021 si è svolta l’audizione dell’Alleanza Evangelica Italiana alla Commissione Giustizia del Senato sui ddl Zan e Renzulli sul tema del contrasto della discriminazione o violenza per sesso, genere o disabilità. Il presidente Giacomo Ciccone ha espresso le perplessità circa alcuni articoli del disegno di Legge. Nel documento presentato l'AEI afferma quanto segue:

Concorda sulla necessità di prevedere sanzioni contro chi calunnia, ingiuria o denigra le persone in base al loro orientamento sessuale e sull’opportunità di approvare una legge contro l’omotransfobia. È ancora radicata nella società una cultura del disprezzo dei comportamenti altrui e delle loro persone che talvolta sfocia in comportamenti violenti contro le persone. Questo è un “peccato” odioso e inaccettabile, che va denunciato e fermato.

Ritiene che tale tutela e protezione delle persone non debba andare a discapito della libertà di pensiero e di parola. In una società laica e plurale, deve essere riconosciuto a tutti il diritto di pensare e di esprimere le proprie convinzioni, anche in materia di orientamento sessuale. La legge non può impedire che alcuni cittadini, associazioni, chiese e gruppi sociali chiamino “peccato” e pertanto denuncino come immorale un comportamento che la loro fede e la loro coscienza ritiene tale. 

Esprime preoccupazione per alcuni elementi presenti nel ddl Zan (n. 2005). I termini impiegati nel ddl sono vaghi, generici e una specie di contenitore in cui poter mettere tutto o quasi. Si parla di “discriminazione” contro le persone LGBTI: ma cosa vuol dire in concreto? Mentre l’istigazione alla violenza va combattuta penalmente e soppressa, cosa vuol dire “discriminare”? Non è un concetto troppo “emotivo” per essere oggetto di una fattispecie di reato? 

Il documento prosegue esprimendo preoccupazione 

  • sul fatto di delegare alla magistratura il compito di definire quando c'è di mezzo un reato, 
  • sul clima di intimidazione culturale che potrebbe crearsi contro chi non condivide le teorie di genere,
  • sul investitura della scuola pubblica del compito di "educare al pensero LGBT" restrigendo il pluralismo e la responsabilità dei genitori.

Fin qui siamo nel campo di posizioni confessionali che hanno alcuni punti in comune anche con quanto espresso in ambito cattolico dalla Conferenza Episcopale Italiana e nell'ambiente politico liberal-conservatore.

Quello che risulta invece un specificità della posizione teologica dell'Alleanza Evangelica Italiana è l'impostazione sessuofoba del dibattito, laddove afferma che:

nessuno è “sessualmente normale” e che tutti noi viviamo una sessualità disturbata (che la Bibbia chiama “peccato”) e bisognosa di guarigione

Non è chiaro cosa intenda l'AEI per "sessualità disturbata". Forse il semplice desiderio che accompagna l'atto sessuale, ovvero la concupiscentia descritta nella teologia agostiniana? In che senso la sessualità umana non è, di per sé, "normale"? Perché eticamente deviata? Quale crimine sarebbe intrinsecamente connesso all'esercizio della sessualità? Oppure dobbiamo considerare la sessualità umana "anormale" in quanto patologica? Quale medico condividerebbe una simile opinione?

Così si esprime l'AEI in un testo sull'omosessualità richiamato dal documento depositato in Commissione Giustizia:

Nel nostro mondo in cui i valori fondanti della vita umana (compresa la sessualità e l’affettività) sono calpestati da tutti, non esiste una persona sessualmente normale o affettivamente normale. La sessualità, l’affettività, così come tutte le altre sfere dell’esistenza, sono intaccate da tare così profonde che tolgono ogni crisma di naturalità e ogni pretesa di immacolatezza ai modelli tradizionalmente considerati come oggettivamente normali. Nessuno è sessualmente o affettivamente normale. In questo senso, essere eterosessuale non significa essere più normale dell’omosessuale in quanto entrambi i soggetti vivono la relazione con sé e con gli altri in modo distorto. Il modo di vivere l’orientamento sessuale, qualunque esso sia, è lacerato e anormale. Una presunta superiorità dell’uno rispetto all’altro è un modo fuorviante di affrontare la questione dell’omosessualità. Tutti gli esseri umani, indipendentemente dal loro orientamento, vivono uno stato di disordine che solo la grazia di Dio può modificare in modo radicale, che poi è l’unico modo per ovviare alle distorsioni che caratterizzano la vita di tutti. - “Omosessualità: un approccio evangelico” (2003)

Insomma l'AEI cerca di legittimare la propria critica nei confronti dei comportamenti omosessuali livellando tutta la sessualità - di qualsivoglia orientamento - nell'ambito dell'"anormalità": siamo tutti "tarati" e sessualmente deviati. Massa damnata, massa perditionis direbbe Agostino.

Siamo sicuri che tale posizione antropologica, cupa e mortificante, sia condivisa da tutte le chiese membro dell'Alleanza Evangelica Italiana o che non sia piuttosto espressione di un ristretto quadro dirigente di orientamento neopuritano? Si può impostare un dibattito costruttivo sul ddl Zan partendo da tali presupposti?

- Rev. Dr. Luca Vona