Tratto da EAST-WEST CHURCH & MINISTRY REPORT, Vol. 9, No. 4, Autunno 2001
Traduzione a cura del Rev. Dr. Luca Vona
Nota: Evangelicalismo e Chiesa Ortodossa, uno studio prodotto da ACUTE (Alliance Commission on Unity and Truth Among Evangelicals), la commissione teologica della Alleanza Evangelica nel Regno Unito, merita una ampia circolazione, specialmente tra i responsabili delle missioni e i missionari che servono nei Paesi storicamente Ortodossi. Questo estratto del documento è diffuso per gentile concessione. L'Alleanza Evangelica ha dato consenso per la pubblicazione delle parti essenziali del documento, suddivise per paragrafi non presenti nello studio originale.
Terreno comune
1. Conservatorismo dottrinale
Sia l'Ortodossia che l'evangelicalismo sono conservatori nel preservare la presentazione apostolica di Gesù Cristo, il dono dello Spirito e la nascita della Chiesa nel Nuovo Testamento. Entrambi sostengono la storicità della documentazione apostolica.
2. Le Sacre Scritture
Connessa a questo insieme di credenze comuni vi è la condivisione di un'alta considerazione delle scritture come ispirate da Dio.
3. Dio
Sia gli Ortodossi che gli evangelici considerano Dio come il creatore e colui che sostiene l'universo. Entrambi credono che il Cosmo assume la sua vita e significato solo dal suo divino Creatore.
4. Escatologia
Entrambe le comunità credono nella vita del mondo a venire e che si realizzerà con la resurrezione corporale. Per entrambe le comunità il ritorno di Cristo Signore in forma visibile è una credenza fondamentale.
5. La Chiesa e la sua Missione
L'evangelicalismo è notoriamente debole nell'ecclesiologia e ha generalmente difettato nel parlare della chiesa come di una entità divina. Nonostante ciò l'evangelicalismo condivide con l'ortodossia la convinzione che la salvezza è ricevuta nell'esperienza umana, ma è inseparabile dall'incorporazione nella Comunità cristiana. Gli evangelici sono stati così immersi, nel corso del tempo, nell'evangelizzazione operata da strutture paraecclesiastiche al punto che il Grande mandato (Mt 28,18-20) è stato separato dalla chiesa. L'Ortodossia, per contro, sembra spesso aver posto più enfasi nel mantenere un ordine e una cultura civica di matrice cristiana, pur avendo una ricca eredità missionaria, capace di ispirare la missiologia contemporanea. Per lungo tempo la missione è stata motivo di continue persecuzioni e martirio per l'Ortodossia, che spesso ha considerato se stessa come dotata di una divina vocazione alla sofferenza.
6. Esperienza cristiana
L'Ortodossia riconosce l'esperienza cristiana dello Spirito, più in termini ecclesiali e sacramentali, ma concorda con gli evangelici nell'affermare che gli uomini e le donne sono chiamati a una esperienza di rigenerazione e rinascita, nella partecipazione alla vita di Dio stesso, mediante lo Spirito Santo. Così, l'evangelicalismo e l'Ortodossia mantengono, più fortemente della tradizione delle chiese occidentali storiche ai nostri giorni, il senso di un accesso, mediante lo Spirito, all'esperienza di un regno trascendente. Sia gli Ortodossi che gli evangelici, si sono mostrati pronti, più di altre tradizioni cristiane, a riconoscere la realtà dei miracoli operati dal potere di Dio nel corso della vita del suo popolo.
7. Etica
Ortodossi ed evangelici condividono un considerevole terreno comune su temi etici significativi nel mondo contemporaneo, in particolare quelli dell'ecologia, dell'etica sessuale e della bioetica. Nell'ambito dell'etica personale gli ortodossi e gli evangelici condividono la credenza in un ordine divino del matrimonio e della famiglia e concordano nel rifiutare il riconoscimento delle pratiche omosessuali come accettabili agli occhi di Dio.
Sommario
Gli Ortodossi e gli evangelici sono impegnati in una Cristianità che si mantiene senza compromessi nell'autorivelazione di Dio in Israele e in modo supremo nell'incarnazione di Gesù Cristo, Figlio di Dio, di cui le Sacre scritture offrono piena e veritiera testimonianza. Questa rivelazione attesta una divina missione di salvezza in cui Dio stesso viene a salvare la sua creazione, immersa nel peccato e nella morte.
Differenze tra evangelici e Ortodossi
1. Chiesa e Movimento
Qualcuno potrebbe dire che l'Ortodossia è una chiesa (o una confessione cristiana), mentre l'evangelicalismo è una comunità, o un movimento. Questo contrasto evidenzia un problema che complica le relazioni tra i due: gli Ortodossi sono più abituati a richiamarsi alle istituzioni e la loro autocomprensione include l'aspetto di appartenenza a una tradizione unita e visibile, mentre non c'è alcun corpo che può parlare in modo autoritativo per l'intera compagine evangelica. A causa dell'enfasi posta sulla fede individuale alcuni evangelici hanno un senso del significato della chiesa realmente sottosviluppato. Questo contrasta con la reverenza Ortodossa per la chiesa e la sua riluttanza a criticarla.
2. Scrittura e Tradizione
Nella comparazione di queste due famiglie di fede gli evangelici primeggiano per la libertà di ogni individuo di affrontare direttamente il testo delle Scritture, contro l'enfasi Ortodossa per la lettura delle Scritture nel contesto della Tradizione e insieme alla comunità dei credenti. Seguendo l'insistenza dei riformatori sul Sola Scriptura, gli evangelici mantengono la Bibbia come l'autorità definitiva in tutte le materie di fede e di prassi cristiana. Anche gli Ortodossi riconoscono l'autorità delle Scritture, anche quando questa contrasta con la tradizione della Chiesa; mantengono però il convincimento che le Scritture vadano comprese all'interno della tradizione. Per contro, i Riformatori del sedicesimo secolo hanno reso la maggior parte degli evangelici più attenti e consapevoli della corruttibilità e fallibilità della Chiesa.
3. Evangelismo e Proselitismo
La fede Ortodossa ha una lunga storia nel riconoscimento dell'importanza di questa attività. Gli ortodossi hanno lottato contro forze aliene e nemiche, dall'Islam militante al Comunismo al materialismo che ha trionfato con l'affermazione dell'ideologia marxista fino al suo tramonto.
Una parte di questa storia comprende anche l'attività di proselitismo della Chiesa Cattolica Romana tra gli Ortodossi, mediante la promozione dell'Uniatismo. Dal dodicesimo secolo in poi, il Vaticano ha concesso a molte comunità nell'Europa dell'Est di mantenere le proprie pratiche liturgiche e i propri canoni ecclesiastici, compreso il clero sposato, all'unica condizione di accettare il primato papale. Questa politica è stata considerata dagli Ortodossi un modo di fare proselitismo non solo tra gli individui ma verso intere comunità. Gli sforzi missionari Protestanti sono stati giudicati alla luce di questi pregressi. Se il Cattolicesimo Romano è stato visto come uno sfruttatore delle vulnerabilità dell'Ortodossia in passato, allo stesso modo i missionari protestanti occidentali sono visti da molti Ortodossi come continuatori di questa tradizione, con il loro ineguagliabile accesso al potere tecnologico e didattico e ricche promesse talvolta fatte ai potenziali convertiti.
D'altra parte, i gruppi evangelici nei Paesi a maggioranza Ortodossa, denunciano le calunnie nei loro confronti da parte dello Stato e, talvolta ella chiesa, fino ai casi di vere e proprie persecuzioni.
Anche di fronte alla raccolta di prove ben documentate, relative alla distruzione di chiese e case di preghiera, alla negata registrazione dei gruppi evangelici come entità giuridicamente riconosciute, gli evangelici sono stati talvolta minacciati dalle autorità pubbliche, sostenute dal clero Ortodosso locale. Questo ha portato molti evangelici a un atteggiamento critico verso l'Ortodossia.
La tensione generata dai conflitti e i disaccordi rende veramente difficile percepire la Tradizione nella storia della chiesa come riflesso dello Spirito Santo.
Mentre i missionari evangelici non potranno mai cedere all'idea Ortodossa di una esclusività dell'evangelizzazione nei territori "canonici", essi devono rendersi capaci di non disturbare la fede dei credenti che attendono regolarmente alla liturgia, concentrandosi piuttosto sui non credenti e su coloro che hanno abbandonato la partecipazione regolare alla vita della chiesa.
4. Liturgia e Spiritualità
Le differenze nella pratica includono il contrasto tra l'uso, da parte degli evangelici, delle lingue locali e dal mantenimento, da parte Ortodossa, in molte giurisdizioni, delle antiche lingue ecclesiastiche non più in uso.
Alla luce della antica tradizione Ortodossa di tradurre le Scritture e la liturgia nelle lingue locali questo atteggiamento è stato considerato una aperta contraddizione dal missiologo Ortodosso Ion Bria.
Lo schema liturgico evangelico appare eminentemente didattico, mentre quello Ortodosso, pur utilizzando un linguaggio scritturistico, si focalizza di più sul simbolo e sull'azione. Il culto evangelico spesso ha il suo culmine nella predicazione verbale del Vangelo; la liturgia Ortodossa tende a essere più preoccupata della percezione del mistero, enfatizzata forse dall'uso di colori, canti e incenso.
5. Conversione, Salvezza e Deificazione
Alcuni ambiti di differenza possono essere individuati in una serie di interrogativi:
- La Cristianità è più una questione di fede individuale o espressione di una fede comunitaria?
- La conversione va considerata come un singolo evento o come un processo continuo?
- In che modo la giustificazione si relaziona con la santificazione e in che modo, entrambe, possono essere messe in relazione con il concetto Ortodosso di deificazione (theosis)?
Possiamo considerare la supplica "Change my nature into thine" ("Cambia la mia natura nella tua"), presente in un inno di Charles Wesley, come indicativo di una comprensione convergente della medesima realtà? La riflessione su 2 Pietro 1,4 sembra condurci in una direzione simile, poiché l'apostolo scrive "Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina". Il linguaggio della deificazione è stato utilizzato da riformatori come Lutero e Calvino, sebbene non risulti così prominente nel loro pensiero come lo è nella teologia Ortodossa.
6. Teologia sacramentale e Liturgia
Fin dal sedicesimo secolo molti evangelici hanno considerato l'ecclesiologia come una questione secondaria, atteggiamento cui è corrisposta una mancanza di enfasi sui sacramenti. Per contrasto gli Ortodossi vedono i Sacramenti come nutrimento essenziale del credente, per ottenere la grazia che gli consente di inacamminarsi sulla via della salvezza. Una sostanziale porzione della teologia eucaristica evangelica è di tendenze memorialistiche e considera l'eucaristia una rappresentazione simbolica della morte e resurrezione di Gesù. Per contro, gli ortodossi credono nel corpo e nel sangue di Cristo fisicamente presenti nelle specie del pane e del vino consacrati. Gli ortodossi hanno sempre opposto resistenza al tentativo di spiegare come ciò accada. Il mistero è l'essenza della liturgia. mentre per molti evangelici la forma della liturgia Ortodossa può apparire molto strana, questa pone la maggior parte della propria enfasi sugli aspetti trinitari, cristologici e biblici.
7. Metodo teologico
Gli evangelici hanno sempre sottolineato l'importanza della Rivelazione di Dio in relazione alla natura. Di conseguenza il loro messaggio enfatizza ciò che può essere conosciuto di Dio. Sebbene riconoscano l'impossibilità di conoscere ogni cosa su Dio, nondimeno affermano che poiché Dio a rivelato se stesso al genere umano negli eventi salvifici della storia e nelle Scritture, gli uomini e le donne possono avere una conoscenza di Dio che, sebbene parziale, è comunque veritiera. Gli Ortodossi parlano di due vie per fare teologia: quella catafatica e quella apofatica. La prima enfatizza ciò che possiamo conoscere; la seconda ciò che non possiamo conoscere. dobbiamo dichiarare ciò che conosciamo di Dio, ma ciò deve essere bilanciato con il riconoscimento che Dio è così distante dall'umana comprensione che è più facile dire ciò che Dio non è.
L'esperienza di Dio è qualcosa che sorpassa la nostra comprensione. In definitiva, conoscere Dio è qualcosa che non ha a che fare con la comprensione intellettuale, ma con l'unione esperienziale mediante la preghiera e la contemplazione.
I prossimi passi
Chiaramente si tratta di questioni rilevanti e la discussione richiede sia la volontà di parlare con onestà, sia la prontezza ad ascoltare con umiltà il punto di vista dell'altro. una cauta interpretazione è richiesta anche per la differenza di linguaggi teologici impiegati. Il livello di dialogo che può essere raggiunto da un articolo di teologia è limitato. E' meglio cercare di imparare l'uno dall'altro nel pentimento per le incomprensioni passate e impegnandosi a obbedire allo Spirito di Verità, che ci guiderà verso la verità tutta intera (Giovanni 16,13).
Linee guida per una discussione Ortodossa-Evangelica
Riconoscere il terreno comune e le differenze che rimangono
Incoraggiamo le nostre rispettive compagini a riconoscere e affermare quelle verità che abbiamo in comune. Noi pensiamo che il contatto tra gli evangelici e le comunità Ortodosse abbia un considerevole potenziale, perché l'incontro con altre tradizioni ci stimola a riflettere criticamente e con impegno sulla nostra teologia e sul nostro senso di identità. Nondimeno, riconosciamo che profonde differenze teologiche rimangono tra le comunità evangeliche e gli Ortodosse, soprattutto nell'ambito della comprensione della salvezza, della chiesa e delle relazioni tra Scritture e Tradizione.
Un dialogo privo di compromessi "ecumenici"
C'è bisogno di fare chiarezza su ciò che si intende per "ecumenismo". Molti, da ambo i lati, lo considerano un termine peggiorativo, che indica una attività sospetta. Dietro a questo possono esserci preoccupazioni per eventuali manipolazioni politiche o compromessi etici e dottrinali, oppure la mancanza di esperienza, o di interesse, nel contatto con i credenti di altre tradizioni cristiane. una distinzione va fatta tra il contatto di cui in oggetto, tra comunità che confessano Gesù Cristo come Dio e Salvatore secondo le Scritture e coloro che negano l'unicità di Gesù Cristo accettando tutte le religioni come vie di salvezza.
Accettare la necessità di uno studio rigoroso
Per stabilire una appropriata metodologia per continuare la conversazione va riconosciuto che per confrontarsi con l'evangelicalismo gli Ortodossi devono impegnarsi in un rigoroso studio delle Scritture, mentre gli evangelici devono accrescere la propria conoscenza dell'insegnamento dei Padri della Chiesa e dei primi concili, se vogliono proporre agli Ortodossi argomentazioni accettabili. Inoltre, è urgente uno studio congiunto e approfondito delle Scritture e vanno compiuti attivamente dei passi per rendere questa cosa effettiva.
I credi e le definizioni dei primi secoli hanno plasmato il Credo di tutte le tradizioni cristiane, Protestanti, Cattoliche e Ortodosse. I primi Padri sono stati un richiamo per i Protestanti e per gli Ortodossi e devono essere giustamente considerati un patrimonio dell'intera chiesa, Occidentale e Orientale; per questo crediamo che uno studio congiunto dei loro scritti sia fondamentale. Questa è una via fruttuosa per stabilire un fondamento dottrinale comune.
In un simile contesto è possibile esaminare il problema fondamentale affermazione della clausola del "Filioque" nella formula occidentale del Credo niceno.
Incoraggiare il dialogo, in alto e in basso
Raccomandiamo che i contatti tra evangelici e ortodossi nel Regno Unito continuino al più alto livello possibile. Alcune forme di dialogo a livello ufficiale possono essere potenzialmente molto fruttuose. Contatti a livello locale sono altrettanto desiderabili. Riconosciamo la necessità per i leader di incoraggiare le tradizioni evangeliche e ortodosse a cambiare la percezione gli uni degli altri, e soprattutto di affrontare la credenza diffusa che tutti i membri dell'altra tradizione vadano liquidati come "perduti" o "eretici". A tal fine suggeriamo che i membri di ogni comunità contattino i rappresentati locali o le congregazioni dell'altra tradizione, sviluppando relazioni personali e, se possibile, assistendo al loro culto.
Il nostro incontro tra l'evangelicalismo e l'ortodossia deve essere vissuto nella pratica, non limitandosi allo studio dei libri liturgici l'uno dell'altro.
Il lavoro per una comprensione reciproca
Siamo consapevoli che in alcune aree del mondo ci sono considerevoli tensioni tra evangelici e Ortodossi. Preghiamo per un alto livello di reciproca comprensione tra le due comunità, e a tal fine incoraggiamo questo lavoro in maniera attiva in quei contesti, per ricercare e costruire relazioni con la controparte quanto più è possibile. Questo contatto è particolarmente vitale a livello locale. Un grande lavoro è richiesto con urgenza per sanare le ferite causate in passato dall'insensibilità e dall'ignoranza in entrambe le parti. Questo include il riconoscimento delle ingiustizie e sofferenze che i credenti di entrambe le parti hanno subito per mano dell'altro, nella prospettiva di ricercare una risoluzione e riconciliazione.
Le chiese evangeliche che inviano i propri missionari devono formulare una politica delle missioni che riconosca l'importanza di una formazione sul contesto religioso locale, cercando di stabilire buoni rapporti con i cristiani del posto e le chiese di ogni tradizione. Affinché ciò si possa realizzare è necessaria una ampia e diffusa informazione. Incoraggiamo le denominazioni e le agenzie missionarie interessate a lavorare nei paesi Ortodossi a stabilire forum di discussione e valutazione delle possibili strategie missionarie. Suggeriamo che la formazione teologica in entrambe le compagini includa l'introduzione alla storia, alle credenze e alle pratiche della controparte.
Tutto ciò deve tenere conto del fatto che evangelici e Ortodossi vengono a contatto l'uno con l'altro quotidianamente, specie nell'Europa dell'Est. Ciò che saremo capaci di fare sarà agevolato o limitato dal livello del nostro dialogo (o dalla mancanza di dialogo).
Ogni parola servirà l'obiettivo di conoscere meglio Cristo e di farlo conoscere con maggiore fedeltà a un mondo che ha bisogno di esso.
Fonte: Alleanza Evangelica (UK)
Letture consigliate:
Evangelicalism and the Orthodox Church, produced by the British Evangelical Alliance, Paternoster, Carlisle (UK) 2001
Fairbairn, Donald, Eastern Orthodoxy Through Western Eyes, Westminster John Knox Press, Louiseville (USA) 2002
- Traduzione a cura del Rev. Dr. Luca Vona