Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

lunedì 31 agosto 2020

Fermati 1 minuto. Oggi, Gesù passa in mezzo a noi

Lettura

Luca 4,16-30

16 Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
18 Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
19 e predicare un anno di grazia del Signore.
20 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». 22 Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». 23 Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». 24 Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria. 25 Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26 ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 27 C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
28 All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29 si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

Commento

Mentre nel Vangelo di Marco il ministero di Gesù si inaugura con l'annuncio del Regno e in quello di Giovanni con il miracolo alle nozze di Cana, nel vangelo di Luca, è a Nazaret, luogo in cui Gesù era cresciuto, che egli proclama l'adempimento delle promesse dell'Antico Testamento. 

La partecipazione al culto del sabato nella sinagoga - pratica osservata regolarmente da Gesù e continuata dai primi cristiani - è l'occasione in cui egli applica su di sé, nell'"oggi" che inaugura gli ultimi tempi, alcune parole del profeta Isaia (Is 61,1-2; 58,6), presentandosi come il Cristo, che ha ricevuto l'unzione dello Spirito santo. 

Lo scetticismo dei suoi concittadini - «Non è il figlio di Giuseppe?» (v. 22) - è dettato dal fraintendimento della missione di Gesù e dalla loro incapacità di comprendere il senso della profezia. Pur "meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca" (v. 22), si attendono qualche miracolo, sono più interessati al suo potere di guarigione che alla sua Parola. 

Nell'oggi di cui parla Gesù è proclamata invece l'inaugurazione del giubileo spirituale del Signore, venuto a liberare gli oppressi, a evangelizzare i poveri, a guarire i cuori feriti. Il giubileo, prescritto dal Levitico (Lv 25,10) con l'affrancamento degli schiavi e la restituzione dei beni patrimoniali, è qui l'immagine della porta della salvezza, spalancata dal Signore nei tempi ultimi. Dalla meraviglia, gli ascoltatori di Gesù passano presto a una reazione di rabbia omicida, non tanto per il mancato miracolo, quanto per il suo sermone, le cui parole lasciano intendere con gli esempi di Elia ed Eliseo, il rivolgersi della grazia agli stranieri a causa della durezza di cuore di Israele. 

Questo testo iniziale del Vangelo di Luca determina una circolarità con le ultime pagine relative alla passione. Vediamo infatti, in esso, prefigurate numerose immagini di quest'ultima: dalle parole di Gesù «Medico cura te stesso» (v. 23) che richiamano il dileggio da parte dei capi del tempio sotto la croce («Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto»; Lc 23,35), alla sua cacciata fuori della città - così come l'esecuzione della condanna avverrà fuori dalle mura di Gerusalemme; "fin sul ciglio del monte" - che richiama la crocifissione sul Gòlgota. 

Ma l'epilogo di questo episodio e della missione terrena di Gesù non è la croce. Il passaggio - questo uno dei significati della parola "Pasqua" (ebraico: pesach) - dalla morte alla vita, con la risurrezione e l'andarsene salendo al cielo dopo le apparizioni ai suoi discepoli sembrano richiamate dalle ultime parole di questa narrazione: "passando in mezzo a loro se ne andò" (v. 30).

Il Signore passa, nell'oggi del tempo escatologico inaugurato con la sua incarnazione; passa nell'oggi delle nostre vite, con la sua parola di speranza e liberazione. Sta a noi scegliere se seguirlo, se ignorare il suo messaggio o, peggio, opporci ad esso. Chi vediamo in lui? Il semplice figlio del carpentiere o il Messia annunciato dai profeti? Un semplice maestro delle Scritture e un taumaturgo o "il Figlio del Dio vivente?" (Mt 16,16).

Proprio nella ultime pagine del Vangelo di Luca, apparendo ai discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35) Gesù "cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le scritture ciò che si riferiva a lui". Dal principio del suo ministero fino alla sua ascensione egli ci guida alla comprensione del piano salvifico di Dio per noi. La sua parola non è lettera morta ma è viva, animata da quello Spirito che si manifestò durante il battesimo al Giordano e che egli ci ha donato dopo la sua ascensione. Questi ci guiderà alla verità tutta intera (Gv 16,13).

Preghiera

Signore, tu attraversi le nostre vite con la tua parola di salvezza; donaci uno spirito pronto ad accoglieri, affinché possiamo seguirti fedelmente, cosicché possiamo giungere alla gloria della risurrezione. Amen.

- Rev Dr. Luca Vona