Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

sabato 29 agosto 2020

Fermati 1 minuto. Ascoltare volentieri non basta

Lettura

Marco 6,17-29

17 Poiché Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva fatto incatenare in prigione a motivo di Erodiade, moglie di Filippo suo fratello, che egli, Erode, aveva sposata. 18 Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello!» 19 Perciò Erodiade gli serbava rancore e voleva farlo morire, ma non poteva. 20 Infatti Erode aveva soggezione di Giovanni, sapendo che era uomo giusto e santo, e lo proteggeva; dopo averlo udito era molto perplesso, e l'ascoltava volentieri.
21 Ma venne un giorno opportuno quando Erode, al suo compleanno, fece un convito ai grandi della sua corte, agli ufficiali e ai notabili della Galilea. 22 La figlia della stessa Erodiade entrò e ballò, e piacque a Erode e ai commensali. Il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e te lo darò». 23 E le giurò: «Ti darò quel che mi chiederai; fino alla metà del mio regno». 24 Costei, uscita, domandò a sua madre: «Che chiederò?» La madre disse: «La testa di Giovanni il battista». 25 E, ritornata in fretta dal re, gli fece questa richiesta: «Voglio che sul momento tu mi dia, su un piatto, la testa di Giovanni il battista». 26 Il re ne fu molto rattristato; ma, a motivo dei giuramenti fatti e dei commensali, non volle dirle di no; 27 e mandò subito una guardia con l'ordine di portargli la testa di Giovanni. 28 La guardia andò, lo decapitò nella prigione e portò la testa su un piatto; la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. 29 I discepoli di Giovanni, udito questo, andarono a prendere il suo corpo e lo deposero in un sepolcro.

Commento

Il peccato di Erode verso la Legge è duplice: egli non solo ha commesso adulterio ma anche un incesto sposando la moglie del proprio fratellastro. Giovanni è un modello di predicazione priva di ipocrisia, pusillanimità e prudenza dettata da ragioni opportunistiche. Come egli non aveva temuto di riprendere il popolo, né i dottori della legge quando venivano a farsi battezzare al Giordano, così non ha temuto di riprendere il Tetrarca Erode per la sua condotta. 

Allo stesso modo l'apostolo Paolo esorterà Timoteo: "Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento" (2 Tim 4,1-2). 

Le nostre chiese e i singoli cristiani tengono presente questo modello nell'evangelizzazione? Non possiamo ridurre la predicazione a una canna sbattuta dal vento (Mt 11,7) né rivestirla sempre di dolcezza e di indulgenza. Giovanni è stato la "voce che grida nel deserto" (Mc 1,3); le nostre chiese e noi come cristiani abbiamo il diritto nonché il dovere di parlare e agire  secondo giustizia, piuttosto che piegarci allo spirito del mondo, al vento del momento.

Al grido di Giovanni Battista nel deserto si contrappone, quasi come un dittico pittorico, il suo silenzio durante la prigionia e al momento della morte. Egli è consapevole che il martirio porrà il suggello definitivo sulla sua predicazione, esprimendo quella radicalità che non si ferma neanche davanti al rischio di perdere la vita. 

Precursore di Cristo nel preparare la via alla predicazione del vangelo egli anticipa in sé anche lo spirito delle beatitudini: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia» (Mt 5,11). 

Per contro, l'atteggiamento di Erode verso Giovanni si mostra come un pesante monito verso di noi. Egli lo rispettava e lo "ascoltava volentieri" (Mc 6,20), ma aveva più scrupolo riguardo i propri commensali e il desiderio per Erodiade era superiore a quello per la giustizia verso Dio. 

Possa il nostro cuore custodire le parole di Gesù: «Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi» (Mc 8,38).

Preghiera

Non prevalgano su di noi, Signore, le passioni disordinate, ma ci guidi la forza del tuo Spirito; affinché animati dal distacco per le cose terrene possiamo cercare quelle celesti. A lode della tua gloria. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona