Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 21 agosto 2020

Per il delegato pontificio Enzo Bianchi deve volatilizzarsi

Non basta l'aver abbracciato una vita semieremitica in un edificio poco distante dal monastero il Vaticano vorrebbe che Enzo Bianchi, fondatore della Comunità monastica di Bose, si volatilizzasse, levandosi dai piedi una volta per tutte. Gli viene rimproverato di vivere troppo in prossimità con il monastero, ma anche di ricevere alcuni fratelli e di spostarsi di tanto in tanto in auto "per diverse ragioni". Praticamente l'anziano ex-priore (77 anni), che dal 2017 ha rinunciato a ogni carica e si è recentemente dichiarato "disponibile a dare e ricevere misericordia", dovrebbe vivere al confino e in isolamento e non ci è stato ancora specificato bene quali sarebbero le ragioni precise, a parte "la soluzione tesa e problematica per quanto riguarda l'esercizio dell'autorità" in seno alla Comunità di Bose.

Enzo Bianchi non ha ancora lasciato Bose»
Enzo Bianchi, Fondatore della Comunità di Bose

"Enzo Bianchi si trova tuttora nel suo «eremo», cioè nello stesso edificio composto da più locali e situato a poche decine di metri dal nucleo centrale della Comunità, nel quale vive da oltre quindici anni".
Lo precisa in una nota padre Amedeo Cencini, delegato pontificio per la Comunità monastica di Bose, che continua: "Lì, oltre al fratello che provvede alle necessità quotidiane, riceve regolarmente altri membri della Comunità, e da lì si muove, da solo o con altri, in auto, per diverse ragioni, come ha sempre fatto. Non ha pertanto ancora dato seguito alla promessa da lui fatta di accettare, eseguendoli, i provvedimenti notificati con il decreto del 13 maggio 2020, che – osserva padre Cencini – a conclusione della visita apostolica, è stato consegnato a lui come agli altri tre destinatari".
Il delegato pontificio e la Comunità "sono fiduciosi comunque che la situazione possa sbloccarsi al più presto".

A parte l'utilizzo delle virgolette per la parola eremo, che lascia intendere come per il delegato pontificio Amedeo Cencini sia tale soltanto un a spelonca in cima a una montagna (contrariamente a tante declinazioni della vita eremitica, anche in ambito urbano), questa la risposta di Enzo Bianchi via Twitter:

"Non ascoltate notizie fantasiose su di me. Mi sono allontanato dalla comunità da tre mesi, senza aver avuto più contatti con essa. Vivo in radicale solitudine in un eremo fuori comunità e date le mie condizioni di salute (non sono più autonomo) ho un fratello che mi visita. Amen".

Di stupidaggini ne abbiamo sentite tante nel corso degli anni, e ancor più degli ultimi mesi, su Enzo Bianchi:

"Si è autoproclamato monaco": il monachesimo è una intuizione, poco dopo il riconoscimento del cristianesimo come religione di stato, e dunque il conseguente raffreddamento degli animi, nata spontaneamente e istituzionalizzata solo in seguito. Nessuna norma del diritto canonico "romano" vieta a chicchessia di abbracciare lo stile di vita monastico, cenobitico o eremitico (anzi per quanto riguarda quest'ultimo alcuni canoni ne riconoscono lo status anche quando vissuto senza voti pubblici), al di fuori di istituti di vita consacrata che hanno avuto un riconoscimento pontificio.

"Si è inventato una regola": perché san Benedetto, san Francesco, e tanti altri uomini e donne che animati da uno specifico carisma cosa hanno fatto? Non hanno chiesto una regola al Papa, ma ne hanno redatto una e solo successivamente vi è stato un riconoscimento pontificio - spesso non senza un "addomesticamento" della regola primitiva, come è accaduto a più riprese con i francescani. Peraltro Bose rientra tra le Associazioni di fedeli laici e non necessita, dunque, di un inquadramento tra gli Istituti di vita religiosa. La stessa definizione di "monaco laico", utilizzata con disprezzo verso Bianchi dai suoi detrattori è ridicola. Il monachesimo nasce sostanzialmente come fenomeno laico e solo successivamente si assisterà a una sua clericalizzazione. Tralasciando la lunga tradizione nelle chiese orientali di monaci non sacerdoti, basti ricordare per l'occidente l'esempio di san Benedetto che, appunto, era un semplice monaco, non avendo mai ricevuto gli ordini sacri.

"Ha dato vita a una strana comunità in cui si pregano Buddha e il Mahatma Gandhi, ma sono state abolite le feste mariane e quella del Sacro Cuore di Gesù": Bose è una comunità ecumenica, che riunisce cattolici, protestanti e ortodossi ed è aperta al dialogo interreligioso; è più che normale che abbia un martirologio proprio, in cui non solo si ricordano figure significative nella storia della spiritualità, ma si cerca anche di trovare un denominatore comune, accettabile dalle diverse confessioni cristiane. maria è ricordata il primo gennaio e il 15 agosto, rispettivamente con la festa della Theotokos (Madre di Dio) e del suo Transito; è quindi una menzogna affermare che non viene ricordata. Semplicemente si è mantenuta una certa sobrietà nel calendarizzare quelle feste che sono tali anche per le principali confessioni protestanti, quali gli anglicani e i luterani, evitando soprattutto il proliferare di Madonne che ha caratterizzato il calendario romano, con non poco sconcerto da parte ortodossa e riformata. La festa del Sacro Cuore di Gesù è l'esito di un culto principiato in alcuni ambienti spirituali del tardo medioevo e fu celebrata liturgicamente in ambito locale (Francia) nel diciassettesimo secolo e in tutta la chiesa cattolica occidentale a partire dal diciannovesimo secolo. Gli ortodossi non amano quelle forme di devozione che "sezionano" parti specifiche del Cristo (il Sacro Cuore, il Preziosissimo sangue, le Cinque piaghe, ecc.); ancor meno una tale spiritualità incontra lo spirito genuinamente biblico del protestantesimo. Si può vivere anche facendone a meno, specie se si è una comunità ecumenica.

Forse per troppo tempo Padre Bianchi (ritengo lo si possa chiamare così, in quanto fondatore di una comunità religiosa) è stato una spina nel fianco - specificamente quello destro - della chiesa cattolica romana e questa volontà di neutralizzarne la presenza, ai limiti della damnatio memoriae, rappresenta l'ennesimo tentativo di far rientrare tra le righe e clericalizzare un'esperienza religiosa fortemente carismatica, che ha saputo offrire molto a tanti cristiani, cattolici e non, e a tante persone che erano lontane da Cristo.

- Rev. Dr. Luca Vona