Lettura
Matteo 15,1-14
1 In quel tempo vennero a Gesù da Gerusalemme alcuni farisei e alcuni scribi e gli dissero: 2 «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo!». 3 Ed egli rispose loro: «Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? 4 Dio ha detto:
Onora il padre e la madre
e inoltre:
Chi maledice il padre e la madre sia messo a morte.
5 Invece voi asserite: Chiunque dice al padre o alla madre: Ciò con cui ti dovrei aiutare è offerto a Dio, 6 non è più tenuto a onorare suo padre o sua madre. Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. 7 Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:
8 Questo popolo mi onora con le labbra
ma il suo cuore è lontano da me.
9 Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini».
10 Poi riunita la folla disse: «Ascoltate e intendete! 11 Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!».
12 Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: «Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?». 13 Ed egli rispose: «Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. 14 Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
Meditazione
Alcuni farisei e scribi raggiungono Gesù da Gerusalemme. Forse gli è giunta notizia della moltiplicazione dei pani compiuta per i cinquemila uomini. Ma non sono lì per ascoltare la sua predicazione del Regno, quanto per metterlo alla prova. Il pretesto è l'inosservanza, da parte dei discepoli, della "tradizione degli antichi", nello specifico, quella di lavarsi le mani prima dei pasti. Non si tratta di una norma igienica, bensì di un atto relativo alla purezza rituale, per evitare la contaminazione dei cibi a causa del contatto che chi li assume potrebbe avere avuto con persone "impure" in quanto non appartenenti al popolo di Israele. Questa norma non è contenuta nella legge levitica e, dunque nelle Sacre scritture, ma apparteneva a un successivo sviluppo di precetti che investivano ogni aspetto della vita quotidiana. La "tradizione", alla quale i dottori della legge si richiamano, è quel carico che essi pongono sulle spalle della gente ma non vogliono muovere neppure con un dito (Mt 23,43). Le parole di Gesù sono quanto mai attuali, anche per la chiese cristiane. Quante persone si allontanano o si tengono distanti da esse per il fardello di leggi e di canoni sviluppati nei secoli ed estranei, se non contrari alla Parola di Dio? Quest'ultima è un "carico leggero" un "giogo dolce" (Mt 11,30) e guarda a quel che esce dal cuore dell'uomo più che a ciò che entra dalla bocca. La contaminazione, infatti, non è tanto nelle cose che ci circondano, ma nel modo in cui ci approcciamo ad esse. Non ci sono cibi, preghiere, "precetti di uomini" che ci rendono automaticamente puri o impuri. Chi non comprende che la nostra salvezza si fonda sull'evangelo, che le Sacre scritture sono la norma prima e ultima per il nostro agire, cammia nelle tenebre. Afferma il salmista: "Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino" (Sal 119,105). Al contrario, guai a chi chiude il regno dei cieli agli uomini! Perché non vi entra e non lascia entrare coloro che vogliono entrarci (Mt 23,13). Costoro sono accecati dalle da un fardello di prescrizioni che soffocano il buon seme della parola, spengono la fiamma dello Spirito, pervertono la Parola di Dio. Ciechi e guide di ciechi, il Signore ci invita ad allontanarci da loro, nella certezza che lui, da buon giardiniere, sradicherà ogni pianta che non sia stata piantata dal Padre celeste.
Preghiera
Liberaci, Signore, da ciò che soffoca il verbo ispirato delle tue Sacre Scritture. La tua Parola ci guidi in terra piana e sia sempre il fondamento del nostro giudizio e del nostro agire; affinché possiamo onorarti non solo con le labbra, ma diventando strumenti della tua misericordia. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona