Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

domenica 19 luglio 2020

Salvezza a caro prezzo o a buon mercato?

COMMENTO ALLA LITURGIA DELLA SESTA DOMENICA DOPO LA TRINITÀ

Colletta

O Dio, che hai preparato per coloro che ti amano dei beni che sorpassano l'umana comprensione, infondi nei nostri cuori un amore per te tale che, amandoti sopra ogni altra cosa, possiamo ottenere le promesse che superano ogni nostro desiderio; per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

Letture

Rm 6,3-11; Mt 5,20-26

Commento

Nella sua lettera ai Romani Paolo ci offre una profonda riflessione teologica sul significato del battesimo. Questi non è un semplice rito di purificazione e un richiamo alla conversione, come accadeva in alcuni rituali di abluzione ebraici o come nel caso del battesimo di Giovanni. Il battesimo cristiano è un evento unico e irripetibile, è un battesimo "in Cristo Gesù", "nella sua morte", quale prefigurazione e promessa della risurrezione con lui. 

In Cristo, nel nostro battesimo, moriamo al peccato "una volta e per sempre", per vivere in Dio. Ora, questo si realizza al di là dei nostri presunti "meriti", è operato gratuitamente ed è ottenuto per i meriti della morte di Gesù; ciò è messo ancor più in evidenza nel battesimo dei bambini, espressione della grazia che ci viene incontro e che previene la nostra stessa richiesta di salvezza.

In un certo senso, dunque, la salvezza "è a buon mercato", perché ci è data per grazia e non per meriti. Ma proprio per questo, dobbiamo considerarla "a caro prezzo". Non siamo stati noi a pagare, ma Cristo l'ha acquistata per mezzo del suo sangue. Come poter accogliere con superficialità un tale dono?

Per questa ragione è richiesta una radicalità, nel vivere secondo Cristo, che dona inaspettata profondità e ampiezza ai precetti dell'antica legge. "Se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli" afferma Gesù. E nella serie di esempi che egli fa seguire al suo discorso della montagna e alla proclamazione delle beatitudini evangeliche, vediamo che non si tratta di cadere nel legalismo e nella precettistica dei dottori della legge, contro i quali Gesù si trova spesso a scontrarsi. Siamo invitati a cogliere e amplificare il precetto della carità, sottostante l'intera legge. Così "non uccidere" diventa un richiamo a non ferire il prossimo neanche con le parole e la riconciliazione con il fratello diventa una condizione preliminare indispensabile per poter presentare le proprie offerte a Dio: il culto nel tempio, senza essere abolito, è subordinato al culto in Spirito e verità, che riconosce nel prossimo una creatura redenta da Cristo con il suo sacrificio.

Presentiamo, dunque, le nostre membra "come strumenti di giustizia a Dio", secondo l'invito che l'apostolo Paolo ci rivolge nella sua lettera. Ricordiamo la grandezza del debito che ci è stato condonato e non comportiamoci come quell'uomo che ottenuta misericordia dal suo creditore si comportò da aguzzino con i propri debitori. Cristo ha pagato il prezzo del nostro riscatto, ma saremo giudicati secondo giustizia e ci verrà chiesto conto fino all'ultimo centesimo della carità che Dio ci ha donato, chiamandoci a condividerla con ogni uomo.

- Rev. Dr. Luca Vona