Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

sabato 4 luglio 2020

Andrea di Creta. La poesia come espressione dei misteri di Dio

Nel 740 muore sull'isola di Mitilene Andrea di Creta, pastore e innografo.
Nato a Damasco, Andrea era un semita cristiano di lingua greca. Monaco al Santo Sepolcro di Gerusalemme, verso il 700 fu eletto vescovo di Gortina, nell'isola di Creta.
Andrea si rivelò un grande pastore, che seppe animare la vita sociale e spirituale del suo tempo e confortare la popolazione nei difficili anni dell'avanzata musulmana. Le sue origini semitiche si riflettono nelle sue composizioni liturgiche, vicine ai modelli biblici e intercalate da versetti scritturistici. Andrea fu infatti l'inauguratore della poesia liturgica dei canoni, vere e proprie dossologie mistagogiche che aiutano il credente a penetrare le profondità dei misteri celebrati.
Tra tutte le sue odi liturgiche, la più celebre è il Grande canone, che viene cantato durante la quaresima nelle chiese di rito bizantino. È uno splendido midrash cristiano sul tema del peccato e del pentimento, ed è al tempo stesso una contemplazione della grande misericordia di Dio manifestata in Gesù Cristo.

Tracce di Lettura

Come la Cananea t'invoco:
Pietà di me, figlio di David.
Con lo stesso tremore dell'emorroissa
l'orlo tocco del tuo mantello,
e come Marta e Maria su Lazzaro
lacrime verso.
Pietà di me, o Dio, pietà di me.

Come vaso di profumo, o mio Salvatore,
la mirra delle mie lacrime
spando sul tuo capo.
Con la stessa voce della peccatrice
implorante il tuo amore, a te grido.
Accogli la mia preghiera, e perdonami.
Pietà di me, o Dio, pietà di me
(Andrea di Creta, Grande canone 9,3,16-17).

- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose