Il 7 luglio 1972 muore a Istanbul Athenagoras, arcivescovo della chiesa di Costantinopoli e patriarca ecumenico.
Aristokles Spyrou era nato il 25 marzo 1886 in un paesino dell'Epiro ai confini con l'Albania. Monaco a vent'anni, egli cominciò subito la sua missione pastorale come diacono a Monastir, quindi come vescovo a Corfù, e infine quale arcivescovo dei greco-ortodossi d'America. Ovunque fu un instancabile servitore della causa dell'unità tra le chiese cristiane, e tutta la sua opera fu un costante ministero di riconciliazione, attraverso il riconoscimento della miseria e della grandezza di ogni uomo.
La sua elezione a patriarca ecumenico di Costantinopoli nel 1948, che non mutò il suo cuore semplice di monaco, contribuì in modo determinante all'avvicinamento fra le confessioni cristiane. L'adesione degli ortodossi al Consiglio ecumenico delle chiese, la partecipazione di osservatori bizantini al concilio Vaticano II, la preparazione di un sinodo panortodosso, la cancellazione delle reciproche scomuniche fra Roma e Costantinopoli, gli storici incontri con papa Paolo VI, furono solo l'esplicitazione di un ardente desiderio interiore di unità che animava Athenagoras.
Giunto ormai vicino alla morte, egli volle prepararsi da solo all'incontro con Dio, avvenuto nell'ottava della festa, comune a cattolici e ortodossi, dei santi Pietro e Paolo, apostoli della chiesa indivisa.
Athenagoras I e Paolo VI |
Tracce di lettura
Ricordatevi: Gesù è invitato da un fariseo. Entra una cortigiana portando un vaso di alabastro colmo di unguento. Si getta ai piedi di Gesù, li bagna di lacrime, poi li asciuga coi suoi capelli, li abbraccia e li unge di nardo. Il fariseo pensa che se Gesù fosse davvero un profeta saprebbe che quella donna è una peccatrice. E Gesù gli racconta la storia dei due debitori: l'uno doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Il creditore rimette a entrambi i loro debiti. «Quale dei due», domanda Gesù, «lo amerà di più?». E il fariseo non può che rispondere: «Quello a cui più è stato condonato». Allora Gesù gli enumera tutte le prove d'amore che quella donna gli ha dato. E conclude: «Perciò ti dico che le sono rimessi molti peccati, perché molto ha amato».
Perché lei ha molto amato. Perché Lui ha molto amato. Tutto il cristianesimo è qui.
(Athenagoras, Dialoghi con Olivier Clément ).
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose