Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

lunedì 6 luglio 2020

Jan Hus, riformatore in Boemia

Il 6 luglio 1415 muore sul rogo Giovanni Hus, presbitero cattolico condannato come eretico al termine di un lungo braccio di ferro con l'autorità della chiesa nel suo paese e poi con la Santa Sede.
Hus era nato nel 1369 nel villaggio di Husinec, nella Boemia sud-occidentale. Ordinato presbitero nel 1400 e divenuto baccelliere in teologia nel 1404, egli avvertì un forte bisogno di riformare i costumi del clero del suo tempo, e si adoperò con la sua vibrante predicazione per cambiare una situazione resa sempre più grave dal perdurare del grande scisma d'occidente.

07 06 jan hus
Jan Hus (1369-1415)

Uomo di spiritualità profondamente biblica, Hus accompagnò le sue critiche alla gerarchia con un'instancabile opera d'istruzione spirituale rivolta alle persone semplici, alle quali insegnava a trovare un rapporto profondo con il Signore Gesù Cristo attraverso la lettura personale e diretta delle Scritture. La più grande accusa che rivolgeva al clero era appunto di oscurare agli occhi dei fedeli l'immagine semplice e vitale di quel Gesù umile, povero, sofferente e misericordioso narrato dai Vangeli.
Nel suo anelito di riforma Jan Hus si avvicinò molto alle posizioni teologiche di Wycliff, condannate trent'anni prima in Inghilterra, e la sua situazione precipitò, fino a condurre alla scomunica maggiore da parte della Santa Sede nel 1412, e alla condanna a morte nel 1415, un anno dopo l'inizio del Concilio di Costanza, dove un ultimo disperato tentativo di spiegare le sue posizioni non aveva dato frutto.
Hus è considerato un antesignano dei movimenti di riforma che condurranno un secolo più tardi alla Riforma protestante.
Nel 1997, in occasione di un suo viaggio a Praga papa Giovanni Paolo II ha riabilitato Giovanni Hus, chiedendo perdono per le colpe della chiesa cattolica a suo riguardo.

Tracce di lettura

Mentre procedeva la lettura della sentenza, egli l'ascoltava in ginocchio e in preghiera con gli occhi levati al cielo. E quando fu emesso il giudizio sui vari punti particolari, maestro Jan Hus s'inginocchiò di nuovo e pregò a voce alta per tutti i suoi nemici, dicendo: «Signore Gesù Cristo, io t'imploro, perdona tutti i miei nemici per amore del tuo Nome. Tu sai che essi mi hanno accusato falsamente, che hanno prodotto falsi testimoni, che hanno orchestrato falsi capi d'accusa contro di me. Perdonali, per la tua misericordia senza fine».
Quando gli aguzzini accesero il rogo, il maestro prese a cantare a voce spiegata, dapprima «Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi». Ma come iniziò a cantare un altro inno, una folata di vento gli coprì il viso di fiamme. E così, pregando nell'intimo, muovendo appena le labbra, spirò nel Signore
(Relatio de Magistro Johanne Hus ).

Jan Hus è una figura memorabile per molte ragioni. Ma è soprattutto il suo coraggio morale di fronte alle avversità e alla morte ad averlo reso figura di speciale rilevanza. Oggi, alla vigilia del Grande Giubileo, sento il dovere di esprimere profondo rammarico per la crudele morte inflitta a Jan Hus e per la conseguente ferita, fonte di conflitti e divisioni, che fu in tal modo aperta nelle menti e nei cuori del popolo boemo
(Giovanni Paolo II, Udienza del 17 dicembre 1999 ).

- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose