Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

domenica 21 gennaio 2024

Il ministero della felicità

COMMENTO ALLA LITURGIA DELLA TERZA DOMENICA DOPO L'EPIFANIA

Colletta

Dio Onnipotente ed eterno, guarda con misericordia le nostre infermità e in ogni nostro pericolo e necessità stendi la tua mano destra per aiutarci e difenderci. Per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

Letture

Rm 12,16-21; Gv 2,1-11

Commento

Il Vangelo di oggi ci presenta il primo miracolo pubblico di Gesù, la trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana. Fin dai più antichi lezionari questo evento è collegato all’Epifania, ovvero alla manifestazione di Gesù come il Signore, insieme agli episodi della nascita a Betlemme, dell’arrivo dei Magi e del battesimo al fiume Giordano. 

Giovanni utilizza la parola "segni" (gr. semèion) per indicare otto miracoli pubblici compitui da Gesù per manifestare la sua potenza divina, che può essere riconosciuta con gli occhi della fede. È significativo che il primo di questi segni non sia una guarigione o una liberazione dai demòni, ma sia compiuto in occasione di un evento conviviale. 

La narrazione del miracolo a Cana dovrebbe portarci a riconsiderare il nostro rapporto, come credenti, con il mondo. Noi, come Gesù, non apparteniamo al mondo (Gv 17,16), ma il nostro atteggiamento verso di esso, con tutto ciò che lo caratterizza, compresa la nostra umanità, le nostre aspirazioni, la ricerca stessa del piacere, non può essere di puro diprezzo. 

Le Scritture condannano l'ubriachezza, ma non il consumo di vino (Sal 104,15; Prov 20,1; Ef 5,18). Ciò che è riprovevole è l'abuso, non l'uso. Il messaggio che ci comunica Gesù con questo primo miracolo è molto chiaro: l’uomo ha il pieno diritto di godere anche le gioie di questa vita. 

La felicità, il piacere, nelle loro diverse espressioni, come l’arte, il buon cibo, la sessualità, diventano un peccato solo quando vengono assolutizzati a discapito di altri aspetti altrettanto importanti della vita; quando rompono l’armonia con l'ordine delle cose stabilito da Dio, l'equilibrio con l’altrettanto necessaria coltivazione dei propri doveri, verso la famiglia, il prossimo, se stessi; quando vengono gettati in un meccanismo di produzione e consumo. 

Ponendo ogni cosa nella giusta gerarchia del regno di Dio, saremo liberi dalla schiavitù e regneremo con lui, fonte di ogni bene. Mentre cercheremo la sua gloria realizzeremo uno dei più alti scopi della nostra vita; perché Dio ci vuole felici, e vuole che la nostra gioia sia piena (Gv 15,11).

- Rev. Dr. Luca Vona