Lettura
Luca 2,16-21
16 Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19 Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20 I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
21 Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
Commento
Subito dopo la nascita di Gesù, Luca introduce l'annunciazione della buona notizia ai pastori di quella regione della Giudea. Il "vangelo" ("vi annunzio una grande gioia"; Lc 1,10) è innanzitutto riservato non ai grandi rappresentati delle istituzioni religiose ma ai poveri e agli ultimi, a quegli uomini devoti che spesso vivono una vita modesta ai margini della società. La condizione di povertà in cui trovano Gesù il salvatore, deposto in una mangiatoia, non scandalizza i pastori, perché essi sanno cosa vuol dire una vita di comunione con Dio vissuta in umili condizioni.
I pastori, sollecitati dall'annuncio, accorrono a Betlemme, divenendo così il simbolo dei primi fedeli che testimoniano l'ingresso di Dio nella storia dell'uomo. Soltanto attraverso la rivelazione e l'annuncio la nascita di Gesù diventa un evento salvifico che raggiunge tutti gli uomini. Le parole dei pastori suscitano la meraviglia di coloro che ascoltano la loro testimonianza. Più volte Luca si serve dello "stupore" per descrivere la reazione degli uomini di fronte alla bontà di Dio (cfr Lc 1,21.63; 2,33). Anche noi dobbiamo sapere meravigliarci del vangelo e saper suscitare merraviglia in coloro ai quali lo annunciamo.
Maria, che "serbava tutte queste cose" (v. 19) è presentata dall'evangelista come modello dell'ascolto della Parola (cfr. Sir 39,1-3; Prv 3,1; Sal 119,11). Il suo atteggiamento è quello di colei che custodisce gelosamente la promessa di Dio nell'attesa del suo avverarsi e dispiegarsi nel futuro. Si tratta di un ricordo meditativo, dell'approfondimento di tutte queste cose dentro di sé, fonte di ispirazione per ogni credente.
Anche Gesù, come Giovanni e ogni ebreo, viene circonciso (v. 21) ed entra così nella comunità del popolo di Dio. Egli si sottomette al giogo della legge mosaica, anche se è un giogo pesante e solo un'ombra della legge a venire, del carico leggero della legge dell'amore, sotto il quale egli esorterà a porsi ogni uomo affrancato dalla grazia.
Maria, Giuseppe e i pastori intorno a Gesù deposto nella mangiatoia sono un'immagine della chiesa in adorazione di colui che "si farà cibo" per gli uomini, donando tutto se stesso, fino alla morte di croce e all'offerta del suo corpo e del suo sangue nella mensa eucaristica. La chiesa nasce così, povera e umile, con una manciata di personaggi sconosciuti, riuniti in un luogo modesto, "nel nome" di Gesù («dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro»; Mt 18,20).
"I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto" (v. 20). Maria custodisce, i pastori annunciano: sono i due movimenti, complementari, del cuore del credente. L'incontro con Gesù deve condurre anche noi alla preghiera di adorazione, di ringraziamento e di lode.
Preghiera
Rendici custodi della tua parola, Signore, a imitazione della tua Santa Madre; affinché possiamo condividere con umiltà la gioia del tuo vangelo di salvezza. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona