Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

giovedì 11 gennaio 2024

Fermati 1 minuto. Non il timore degli schiavi ma la maturità dei figli di Dio

Lettura

Marco 1,40-45

40 Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!». 41 Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!». 42 Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. 43 E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: 44 «Guarda di non dir niente a nessuno, ma va', presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro». 45 Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.

Commento

Fino a questo momento Gesù aveva manifestato solo in privato il suo atteggiamento critico nei confronti della legge; ora invece si mette apertamente contro di essa, toccando il lebbroso per sanarlo. Questa "rottura" è possibile perché con lui si inaugura il regno di Dio e la schiavitù della legge è sostituita dal nuovo patto tra Dio e l'uomo nella grazia. 

Inginocchiandosi, il lebbroso mostra la sua umiltà verso Cristo, e proclama la certezza di poter essere guarito, mostrando una fiducia salda, che gli farà ottenere proprio ciò in cui spera. La compassione di Gesù, letteralmente la sua "commozione" (gr. splenchnizomai) si trova solo nei sinottici e indica tanto la sua umanità, quanto la natura misericordiosa di Dio. 

Gesù nel guarire il lebbroso non ha bisogno di rivolgere una preghiera di supplica a Dio ma parla con autorità: «Lo voglio, guarisci!»; ciò testimonia la sua natura divina e il suo agire in sinergia con il Padre, nello Spirito Santo. Il verbo utilizzato per "guarire" è il greco katharizo, il cui significato proprio è quello di "purificare". L'azione di Cristo non solo guarisce il corpo, ma rigenera lo spirito. 

Una volta guarito il lebbroso Gesù "lo rimandò" (v. 43), perché il tocco della sua mano risanatrice ci restituisce la libertà dei figli di Dio. Dirà Paolo, nella lettera ai Romani: "voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi" (Rm 8,15). La vera religione non è dipendenza psicologica, alienazione, ma maturazione della nostra persona, che si apre a una dimensione di gratitudine verso Dio e generosità verso il prossimo. 

Il comando di Gesù di non dir niente a nessuno è volto ad evitare che la folla e i curiosi siano attratti unicamente dalle sue guarigioni. Ma nonostante questo divieto il lebbroso sanato comincia a "proclamare e divulgare il fatto" (v. 45); è difficile nascondere un evento così clamoroso. D'altra parte anche recandosi al tempio per un sacrificio di ringraziamento il lebbroso sanato avrebbe generato grande stupore, poiché in tutta la Bibbia troviamo solo due casi in cui Dio guarisce un lebbroso (Nm 12,10-15; 2 Re 5,1-14). 

Dopo aver compiuto miracoli e predicato, Gesù torna alla ricerca di luoghi deserti, per dedicarsi alla preghiera. È questo il duplice movimento del Logos - generato in eterno dal Padre - che si affaccia sul mondo, e nel Padre rientra, per celebrarne la gloria.

Preghiera

Purifica le nostre anime e i nostri corpi Signore, affinché possiamo essere sacrificio a te gradito, proclamando nel mondo la tua lode. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona