Nel IV secolo, tra i numerosi cristiani che si spinsero nel deserto egiziano in cerca di una vita radicalmente evangelica, vi furono anche diverse donne. La più celebre di loro è senz'altro Sincletica, di cui ci è giunta una Vita posta sotto il nome di Atanasio.
Nata in una famiglia della nobiltà alessandrina, ma di origine macedone, Sincletica decise alla morte dei suoi genitori di condurre una vita appartata e di preghiera. Si inoltrò quindi nel deserto assieme alla sorella non vedente, per vivere nel nascondimento. La sua fama crebbe tuttavia a tal punto che si radunarono attorno a lei molte giovani desiderose di essere guidate nella lotta spirituale e nell'ascesi monastica. Sincletica, dopo un'iniziale contrarietà, diede vita assieme a loro a una forma di vita quasi cenobitica, nella quale il riferimento centrale era l'obbedienza, che essa riteneva via più sicura per acquisire la povertà del cuore rispetto alla purificazione consentita dalla mera ascesi anacoretica.
Sulle tracce di Gesù, mite e umile di cuore, Sincletica visse e condusse molte discepole alla gioia profonda che è accessibile nella vita cristiana a chi accetta di vivere un cammino di abbassamento per amore. Sincletica morì dopo una lunga e tragica malattia, che ne sfigurò il viso e che la rese muta e cieca, senza peraltro impedirle di rimanere con la propria vita, sino alla fine dei suoi giorni, testimone eloquente della buona notizia dell'Evangelo.
Tracce di lettura
Come è impossibile costruire una nave senza chiodi, così è impossibile raggiungere la salvezza senza l'umiltà. Poiché è per natura buona e portatrice di salvezza, il Signore se ne è rivestito quando ha compiuto l'economia verso gli uomini. Principio e fine delle virtù è che tu sia povero. Dice infatti il Signore: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore». Presta attenzione a chi parla così, diventa suo perfetto discepolo. Dice povero il modo di pensare, non solo l'apparenza, accenna velatamente all'intimo dell'uomo: infatti, anche l'esterno si conforma ad esso. L'umiltà viene esercitata in mezzo alle violenze, tra le piaghe; affinché ascoltino lo stolto e l'insipiente, il povero e il misero, il malato e l'invalido, lo sbadato nell'agire, chi fa proposte irragionevoli, chi ha un aspetto disprezzabile, il debole di forza. Questi sono i nervi dell'umiltà. Di queste cose è stato accusato e ha sofferto il nostro Signore: dobbiamo perciò imitare la sua efficace umiltà.
(Vita di Sincletica 56-59)
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose