Da secoli noi cattolici abbiamo un modo di porci che oggi è sentito come fastidioso, insopportabile da molta gente, soprattutto dalle nuove generazioni: vogliamo dare una risposta e una “buona risposta” su tutto. In questa pretesa, che si manifesta anche in un’ansia cosiddetta “pastorale”, in realtà si danno risposte preconfezionate, ricevute dal passato in modo acritico e inerte, risposte che non tengono conto delle realtà mutevoli, delle diversità culturali delle epoche e delle terre, e soprattutto del vissuto delle persone. Nello spazio ecclesiale si reagisce di fronte alla diversità e alla novità delle situazioni e delle storie personali con la sicumera di chi sa tutto, di chi ha sempre una parola definitiva e indiscutibile su ogni cosa. Così l’altro non si sente né raggiunto né compreso, e saturo di tanta certezza se ne va cercando il più possibile di turarsi le orecchie.
A volte, soprattutto quando si accende una discussione sull’etica e in particolare sulla sessualità, mi sento uno straniero che non riesce neppure a comprendere la lingua in cui ci si esprime “in fedeltà alla tradizione”. E mi domando: “Se gli altri mi trattassero come noi trattiamo loro?”. Le parole di Gesù: “Con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi” (Mt 7,2) non sono solo un invito alla misericordia, ma a un discernimento da applicarsi nel giudizio! Sono scandalizzato da come nelle chiese a volte alcuni che giudicano con severità e predicano tuonando minacciosi contro certi peccati che vengono imputati agli altri, siano in realtà i primi a commetterli; ma così facendo li rimuovono da se stessi e infieriscono perché sono attratti dal ministero di condanna.
Nella nostra epoca emerge continuamente, in circostanze diverse, il dibattito sull’orientamento sessuale. Dopo secoli di un silenzio che lasciava posto solo alla condanna, oggi forse se ne parla fin troppo, ma senza utilizzare un linguaggio che sia semplicemente capace di accogliere la diversità. Diversità che non sta nello spazio della patologia, né dipende dalle scelte della persona, ma emerge in varie situazioni senza che ne sappiamo il perché: come la rosa fiorisce perché è una rosa! Non abbiamo una risposta all’enigma dell’orientamento sessuale che va comunque preso sul serio perché parte della realtà complessa dell’umano. So bene che su questo tema l’Antico Testamento e nel Nuovo l’apostolo Paolo hanno assunto posizioni severe nell’indicare ciò che è bene e ciò che è male, ma questo non deve vietarci di accedere a un linguaggio e a una comprensione diversa rispetto al passato. Qualunque sia l’orientamento sessuale di un essere umano, questo è sempre innanzitutto una creatura voluta e amata senza pentimento da Dio. Se è cristiano attraverso il battesimo è anche conforme a Cristo, parte del suo corpo, capace di essere suo testimone e quindi “un santo” nella chiesa di Dio. Qualunque sia il suo orientamento sessuale gli è chiesto di vivere il comandamento nuovo dell’amore reciproco, di saper dare la vita per gli amici, di vivere ogni storia d’amore nella gratuità e nella fedeltà; gli è chiesto di combattere contro la philautía, l’egoismo narcisista che uccide ogni amore e impedisce di vivere il vangelo, né più né meno come è chiesto a ogni altro discepolo di Gesù.
Per questo non sopporto che ci sia una pastorale differenziata sulla base dell’orientamento sessuale, non sopporto i ghetti che rinchiudono ed etichettano gli esseri umani con la scusa di offrire aiuto. In ogni incontro con l’altro mai ho chiesto o indagato sul suo orientamento sessuale: ho davanti a me un uomo, una donna e basta, e io devo stare semplicemente di fronte a lui, a lei, con cuore misericordioso e accogliente. E su tutti chiedo che scenda la benedizione di Dio, perché là dove c’è un uomo, una donna, lo Spirito santo aleggia su di loro e attende l’epiclesi, attende di essere chiamato a scendere per riposare nel loro cuore. Un uomo, una donna, sono molto più grandi del loro orientamento sessuale, come lo sono anche dei loro peccati.
- Enzo Bianchi, Jesus, giugno 2021