Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

lunedì 28 giugno 2021

Fermati 1 minuto. Siamo veramente liberi?

Lettura

Matteo 8,18-22

18 Vedendo Gesù una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva. 19 Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai». 20 Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
21 E un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre». 22 Ma Gesù gli rispose: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti».

Commento

Gesù sta per passare all'altra riva del lago di Gennesaret e dalla folla emergono due personaggi che vogliono seguirlo nel suo ministero itinerante. Egli coglie l'occasione per delineare la qualità del vero discepolo: il distacco da una vita "comoda" e dai beni materiali.

Uno scriba riconosce in Gesù un maestro (v. 19) più grande dei suoi compagni, dottori della legge. Di fronte al suo desiderio di seguirlo, Gesù gli presenta le sofferenze e il rigore cui va incontro chi diventa suo discepolo.

Il termine "Figlio dell'uomo" (v. 20) è il titolo che più frequentemente Gesù utilizza per se stesso. Compare 83 volte nei vangeli e ha un chiaro riferimento all'umanità e umiltà di Cristo. Nel libro di Daniele (Dn 7,13-14) è un titolo che si riferisce al Messia, del quale sono profetizzati il potere universale e l'eternità del suo regno.

La radicalità espressa dall'esortazione di Gesù a lasciare i morti seppellire i loro morti sta nel fatto che chi vuole seguirlo deve lasciar passare in secondo piano tutto il resto, anche il dovere della sepoltura, molto importante nel mondo ebraico ed ellenistico, persino quando si tratti della sepoltura del padre. Il termine greco nekros non si riferisce solo ai defunti veri e propri ma anche a coloro che rifiutano di seguire Gesù sulla strada verso la vita eterna.

L'espressione "permettimi di andar prima a seppellire mio padre" (v. 21), infatti, non indica necessariamente che il padre del discepolo fosse morto, ma era comunemente utilizzata per indicare il desiderio di attendere di ricevere la propria eredità. In tal senso, attesta l'anteporre i beni terreni alle esigenze del regno dei cieli.

Gesù è esigente con i suoi discepoli, ma egli è la verità che ci fa liberi (Gv 8,32), e la libertà non ha prezzo. Siamo pronti a passare con lui all'altra riva?

Preghiera

Donaci, Signore, la libertà dei figli di Dio; affinché non anteponendo nulla al tuo amore, possiamo ordinare la nostra vita alle esigenze del vangelo. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona