Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

martedì 1 giugno 2021

Giustino martire e i "semi del Verbo"

Cattolici, ortodossi, anglicani, luterani e veterocattolici celebrano oggi la memoria di Giustino.

Attorno all'anno 165, sotto l'imperatore Marco Aurelio, muore martire assieme a sei compagni Giustino, ricordato nella tradizione antica come «il Filosofo».
Nativo di Flavia Neapolis, l'antica Sichem, Giustino era di famiglia pagana. Egli ricevette un'educazione raffinata nell'ambiente ellenistico del suo tempo, e cercò la risposta ai suoi più profondi interrogativi esistenziali aderendo a diverse scuole filosofiche, senza tuttavia trovare la pace a cui anelava.

168411f1417cddb128278374adbd0139.JPG
Giustino (+ 165 ca)

La sua vita cominciò a cambiare quando incontrò gli scritti dell'Antico Testamento, verosimilmente nell'interpretazione datane dai maestri ebrei di quell'epoca. Attraverso le Scritture ebraiche, Giustino approdò al cristianesimo, probabilmente a Efeso. Decisiva per la sua adesione alla fede cristiana fu la testimonianza di tutti coloro che per Cristo erano disposti a dare la vita fino al martirio.
A Efeso egli decise di vestire il pallio dei filosofi e di iniziare un ministero di predicazione itinerante di quella che era ormai per lui «la vera filosofia». Giunto a Roma sotto Antonino Pio, vi fondò una scuola per diffondere il cristianesimo.
Giustino passò alla storia per la passione e la coerenza con cui difese la fede cristiana dalle accuse dei detrattori. Ciò non gli impedì tuttavia di riconoscere i semi del Verbo presenti al di là dei confini della chiesa visibile, e in tal modo radicò l'annuncio della novità cristiana nella sapienza dei filosofi pagani e dei profeti di Israele.
Giustino morì in un luogo imprecisato, per essersi rifiutato di sacrificare agli dei, dopo aver raggiunto, non senza affrontare molte prove, quella serenità che era stata il fine di tutta la sua ricerca filosofica.

Tracce di lettura

Noi affermiamo che Cristo è nato centocinquant'anni fa sotto Cirino, e ci insegnò quello che noi diciamo, qualche tempo dopo, sotto Ponzio Pilato. Nessuno obietti che tutti gli uomini che vissero prima sarebbero irresponsabili.
Ci è stato insegnato che Cristo è il primogenito di Dio, e abbiamo dimostrato che egli è il Verbo di cui fu partecipe tutto il genere umano. Coloro che vissero secondo il Verbo sono cristiani, anche se furono giudicati atei, come tra i greci Socrate ed Eraclito, e tra i barbari Abramo, Anania, Azaria e Misaele e molti altri. Quanti sono vissuti e vivono secondo il Verbo, sono cristiani, e sono impavidi e imperturbabili.
(Giustino, Apologie 1,46,1-4)

- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose