Le chiese ortodosse ricordano in questo giorno il profeta Eliseo, la cui vita è narrata nel Primo e nel Secondo libro dei Re.
Eliseo era figlio di Safat, secondo la tradizione un ricco agricoltore della valle del Giordano, e ricevette la vocazione profetica attraverso la mediazione di Elia.
Egli fu l'erede e il continuatore dell'opera profetica di Elia, come ricordano sia l'episodio della chiamata di Eliseo al profetismo, sia quello dell'ascensione di Elia in cielo sopra un carro infuocato. I due terzi dello spirito che Eliseo chiede al proprio maestro rappresentano infatti la parte di eredità spettante al primogenito nelle famiglie di quel tempo.
Eliseo, il cui nome significa «Dio salva», esercitò il proprio ministero nella seconda metà del IX sec. a.C., annunciando la potenza vivificante del Dio di Israele con la parola e con le opere che compì nel suo nome, soprattutto a vantaggio dei piccoli e dei sofferenti. Egli rivendicò con coraggio nel regno del nord la fedeltà al Dio unico in un periodo delicato per la storia della monarchia in Israele.
Eliseo morì agli inizi dell'VIII sec. a.C. dopo aver consegnato l'ultima istruzione a Ioas, re d'Israele.
Tracce di lettura
Disceso dall'Oreb, Elia incontrò Eliseo figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quegli lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Va' e torna, perché sai bene cosa ho fatto di te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con gli attrezzi per arare ne fece cuocere la carne e la diede alla gente, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose