Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 4 giugno 2021

Fermati 1 minuto. Lo ascoltava volentieri

Lettura

Marco 12,35-37

35 Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: «Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? 36 Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo:
Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi.
37 Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?». E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.

Commento

Gesù sembra non amare troppo il titolo "figlio di Davide", probabilmente perché evoca la figura del Messia trionfante che libera il popolo dal dominio straniero. Queste erano le aspettative degli scribi, che non comprendevano l'insegnamento dell'Antico Testamento relativo alla vera natura del Messia. Anche noi corriamo il rischio di vedere Gesù come colui che viene a instaurare e difendere i nostri piccoli o grandi regni, un Messia al servizio delle nostre limitate aspettative.

Solo agli umili è stata rivelato il vero senso del titolo davidico attribuito a Gesù: Maria nell'annunciazione riceve il messaggio che al figlio che partorirà il Signore darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine (Lc 1,32-33); il cieco Bartimeo griderà a Gesù chiedendo la guarigione riconoscendolo proprio come "figlio di Davide" (Mc 10,46-47); così le folle che accoglieranno festanti Gesù a Gerusalemme a cavallo di un asino, prima della sua passione canteranno "osanna al figlio di Davide (Mt 21,9). Un Messia umile, dunque, che viene a regnare mettendosi al servizio degli ultimi.

Nel salmo citato da Gesù (Sal 110,1) la prima parola utilizata per il Signore è Yahveh, il nome che Dio utilizza nel pronunciare il patto con il suo popolo, mentre la seconda parola, Adonì è una contrazione di Adonai, significa "mio Signore", ed è uno dei nomi di Dio più diffusi nell'Antico Testamento, dove compare 439 volte. Davide, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo raffigura Dio che parla al suo consacrato, chiamandolo suo (di Davide) Signore, con un titolo messianico che è anche un nome divino.

Gesù fa notare che Davide non avrebbe mai chiamato "Signore" uno dei suoi discendenti; per cui il Messia è più che "il figlio di Davide", egli è anche "figlio di Dio". Gesù proclama così la divinità del Messia e, quindi, la propria.

Pietro, testimone della risurrezione vide con chiarezza che Gesù era stato costituito "Signore di Davide" perché "Davide (...) fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi" ma "Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni" (At 2,29-32).

Chi è Gesù? La domanda attraversa tutto il vangelo di Marco, che prima dell'aggiunta, nel secondo secolo, del sommario delle apparizioni del Risorto terminava originariamente con la tomba vuota, lasciandoci in sospeso e chiedendo al lettore di formulare una risposta.

Gesù ci dice di essere di più che il "figlio di Davide", ci invita a spingere oltre il nostro sguardo mediante la fede, animando il nostro presente di fiducia e di speranza. Per questo la folla "lo ascoltava volentieri" (v. 37).

Preghiera

Signore Gesù cristo, illuminati dallo Spirito ti riconosciamo come Signore del cielo e della terra; vieni a regnare sulle nostre vite, affinché possano prosperare delle ricchezze della tua grazia. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona