Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

giovedì 1 luglio 2021

Fermati 1 minuto. Rimettersi in cammino

Lettura

Matteo 9,1-8

1 Salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. 2 Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». 3 Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: «Costui bestemmia». 4 Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore? 5 Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? 6 Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va' a casa tua». 7 Ed egli si alzò e andò a casa sua. 8 A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Commento

Gesù si allontana momentaneamente dalle folle e si reca "nella sua città" (v. 1), Cafarnao, suo principale luogo di residenza (Mc 2,1); qui alcune persone, animate da grande fede (v. 2) gli conducono un paralitico su un lettino. La loro fede, è una fede attiva, che si fa intercessione; non attendono, infatti, che Gesù vada a visitarli ma si recano loro stessi, con l'amico malato, da lui. Le parole di perdono pronunciate da Gesù indicano che la malattia di quest'uomo è diretta conseguenza dei suoi peccati.

Solo un'altra volta nei Vangeli Gesù perdona esplicitamente i peccati: nel caso della donna che unge i suoi piedi in casa di un fariseo (Lc 7,48). Questo della remissione dei peccati è un tema centrale nel Vangelo di Matteo: l'angelo che appare in sogno a Giuseppe, sposo di Maria, gli annuncia che Gesù "salverà il popolo dai suoi peccati" (Mt 1,21) e nell'ultima cena, offrendo il calice con il vino ai suoi discepoli Gesù afferma "questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati" (Mt 26,28), dando un senso espiatorio alla sua morte.

Il collegamento tra peccato e malattia è frequente nell'Antico testamento (Es 20,5; Lv 26,14-33; Dt 28,15-68; 2 Cr 21,15.18-19; Sal 103,3). Tuttavia il libro di Giobbe e l'episodio del cieco nato nel Vangelo di Giovanni (Gv 9,1-41) attestano che non sempre vi è una correlazione tra peccato e malattia, trattandosi nel primo caso della messa alla prova da parte di Dio e nell'altro dell'occasione per manifestare con una guarigione la sua gloria.

L'episodio del paralitico mostra che Gesù cominca la sua opera di guarigione sanando l'anima, prima del corpo. La salvezza dell'anima, infatti, è per Dio più importante di quella del corpo: "Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?" (Mc 8,35-36)

Il paralitico sanato attraverso la remissione dei peccati diventa l'immagine di tutto ciò che lega la nostra anima e, in definitiva, condiziona la nostra vita, impedendoci di esprimere le sue piene potenzialità, atrofizzando la nostra relazione con Dio e con il prossimo.

Matteo non spiega il motivo dell'accusa rivolta dagli scribi a Gesù, che troviamo invece nel Vangelo di Marco (2,7): "chi può rimettere i peccati se non Dio solo?"

In effetti, nell'Antico testamento la prerogativa di rimettere i peccati è riconosciuta solo a Dio (Is 43,25; 44,22). La guarigione del paralitico è dunque un segno per dimostrare ai farisei l'autorità divina di Gesù nel rimettere i peccati. 

Matteo introduce una differenza significativa rispetto al racconto parallelo di Marco (2,12), estendendo agli uomini il potere di rimettere i peccati (v. 8). Ciò induce a pensare che tale autorità fosse riconosciuta nella sua chiesa.
La domanda di Gesù "Che cosa è dunque più facile dire: ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina?" deve farci riflettere sul fatto che se non siamo in grando di compiere miracoli di guarigione è certamente alla nostra portata il perdono del prossimo.

La legge della misericordia ci impone a non sopraffare l'altro, a non rinchiuderlo in un giudizio che paralizza, ma di aiutarlo a rialzarsi, recuperare la sua dignità e rimettersi in cammino.

Preghiera

Insegnaci, Signore, a realizzare il miracolo del perdono; affinché riconciliati con il nostro prossimo possiamo percorrere la via della salvezza. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona