I 32.000 martiri di Taiyuan (+ 1900)
Nel 1900 si consuma in Cina una delle più gravi repressioni xenofobe della storia. L'imperatrice Cixi, cavalcando il malcontento popolare, aveva additato come responsabili della disgregazione occorsa al tessuto politico ed economico del suo immenso paese gli stranieri presenti in Cina. Per questo motivo, Cixi decretò l'eliminazione fisica di tre categorie di persone: gli stranieri, i cristiani, e i mercanti che commerciavano con gli stranieri. Il massacro che ne seguì fu impressionante, e fra le centinaia di migliaia di morti vi furono anche 30.000 cattolici e 2.000 protestanti che si rifiutarono di apostatare.
Particolarmente feroci furono le esecuzioni nella provincia di Shanxi, nella quale il viceré Yuxian ordinò che tutti gli stranieri e tutti i cristiani residenti nel territorio provinciale si presentassero al suo cospetto. Nel pomeriggio del 9 luglio essi vennero tutti fatti a pezzi nei cortili della reggia.
Fra i martiri di quel giorno, vi erano anche diversi vescovi, pastori e religiosi che non avevano voluto abbandonare la loro gente nel tragico tempo della persecuzione.
Tracce di lettura
Scorrere i nomi di questi martiri è pregare, lasciandosi prendere da una pena profonda per tanto male, tanta violenza, tanta stoltezza che continua a percorrere la storia. Una pena che poi, lentamente, mentre la meditazione continua, si trasforma in una sorta di forza interiore, di bisogno di non riporre il libro dei testimoni e non lasciare che questi nomi tornino nel silenzio. In realtà essi vengono da un silenzio che è Vita e infinita comunicazione di Amore, accolti nel mistero del Padre. Se questo silenzio per noi è oblio, è perché noi siamo sordi.
Dio ci appare spesso indifferente alle sorti del mondo perché continuiamo a voltare la nostra faccia dal suo volto, troppo umile e sofferente, perché continuiamo a non ascoltare il suo sussurro nella storia sempre nuova di cuori che amano, di piccoli che si affidano a lui, di deboli che sperano perché lo accettano così com'è. I martiri gridano per spingerci a distogliere il nostro sguardo dagli aguzzini e rivolgerlo a loro: sono loro l'immagine più viva di Dio. (F. Cagnasso, Martiri in Cina)
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose