Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

giovedì 28 marzo 2024

Fermati 1 minuto. L'umiltà che rende puri

Lettura

Giovanni 13,1-15

1 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. 2 Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, 3 Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4 si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. 5 Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. 6 Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». 7 Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». 8 Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 9 Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». 10 Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». 11 Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».
12 Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? 13 Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. 14 Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. 15 Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.

Commento

Gesù e i discepoli sono riuniti per condividere una cena prima della vigilia della Pasqua ebraica. Si tratta dunque di un pasto ordinario assunto nel tardo pomeriggio del giovedi che precede la festa. Non c'è infatti alcun elemento rituale, ma Gesù mette in opera una azione fortemente simbolica lavando i piedi ai suoi discepoli. 

Non si tratta di un ordinamento cultuale, da praticare una volta l'anno, ma di un esempio (v. 15) di estrema umiltà nel servizio dei fratelli; è la dimostrazione che Gesù ci ama in modo perfetto, fino alla fine (gr. ein telos). Possiamo considerare questo momento l'inizio del "farsi pasqua" di Gesù stesso, a  un giorno di distanza dalla sua crocifissione. Giovanni specifica infatti che "era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre" (v. 1), dove il verbo greco metabaino (cambare posto, spostarsi da) conferisce alla frase una allusione al passaggio dalla morte alla vita. Anche il verbo con cui è indicato il deporre le vesti di Gesù (gr. tithemi) richiama l'offerta della vita. 

La lavanda dei piedi era nel mondo ebraico un segno di ospitalità e attraverso questo gesto Gesù accoglie pienamente i discepoli in una relazione di salvezza, espressa dall'"aver parte con lui" (v. 8). Egli chiede anche ai discepoli di farsi suoi imitatori, mostrandosi umili gli uni con gli altri. L'azione di lavare i piedi agli ospiti infatti era di competenza dei servi; solo raramente veniva effettuata tra pari, come segno di grande amore. 

I discepoli, che fino a poco prima discutevano su chi fosse il più grande (Lc 22,24) rimangono attoniti - a partire da Pietro - di fronte all'abbassarsi di Gesù fino al punto di mostrarsi loro come colui che serve. L'azione è anche simbolo del lavacro spirituale che la Passione di Cristo realizzerà per le anime; di quel dono d'amore che ora non può essere compreso (v. 7), ma il cui significato sarà dischiuso dal Risorto quando verrà a spezzare nuovamente il pane per i suoi (Lc 24,35). 

Il sacrificio espiatorio della Croce realizzerà la piena giustificazione per grazia; sarà tuttavia necessaria una continua santificazione nell'umiltà e nella rettitudine di vita. Con il suo esempio Gesù ci insegna a riceverci l'un l'altro, con quell'amore che è agape, dono, capace di farci oltrepassare la nostra individualità, realizzando quella trasformazione, quel "passaggio", che ci fa uscire dai limiti della condizione umana.

Preghiera

Purificaci, Signore, con la tua grazia; affinché possiamo partecipare alla piena comunione con te, nel servizio sollecito dei nostri fratelli. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona