Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 14 gennaio 2022

Fermati 1 minuto. Il più grande affare della nostra vita

Lettura

Marco 2,13-17

13 Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. 14 Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi».
Egli, alzatosi, lo seguì.
15 Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16 Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?». 17 Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».

Commento

Gesù esce lungo il mare; è infatti all'aperto che egli insegna usualmente alle folle, come se si trovasse in una sinagoga.

Il pubblicano chiamato Levi nel Vangelo di Marco compare negli altri Vangeli con il nome "Matteo", che in ebraico significa "dono di JHWH"; forse questo nome gli fu attribuito successivamente alla sua conversione. Tutti e quattro i Vangeli includono "Matteo il pubblicano" nella lista dei dodici apostoli.

I pubblicani erano deputati alla riscossione delle imposte per l'Impero romano e per tale ragione erano visti come traditori dagli ebrei. Inoltre, potevano applicare una maggiorazione sui tributi per ottenere un proprio margine di guadagno, divenendo ricchi a spese del loro popolo. Spesso erano soliti ad abusi, favoriti dall'indeterminatezza con cui venivano stabilite le tasse. Per questi motivi i pubblicani erano considerati peccatori, emarginati dalla società e allontanati dalle famiglie.

L'azione semplice e immediata con cui Levi risponde alla chiamata di Gesù indica un'esperienza radicale di conversione. Levi comprende che seguire Gesù sarà "il più grande affare" della sua vita e organizza un banchetto che è probabilmente una festa e un'occasione di commiato dai suoi amici.

L'accettazione da parte di Gesù, di sedere alla stessa mensa dei pubblicani è considerata dagli scribi appartenenti alla setta dei farisei (la specificazione indica che non tutti gli scribi lo erano) come profondamente offensiva nei confronti della legge cerimoniale, cui essi erano particolarmente devoti, coltivando uno spirito legalista.

Gesù indica come destinatari privilegiati della sua chiamata non "i sani" (v. 17) - letteralmente "i forti" (gr. hoi ischyontes) - ma i peccatori, cioè coloro che, pentiti, desiderano mutare la propria vita, seguendo la chiamata a vivere l'evangelo. I farisei che osservano il banchetto di Gesù con i pubblicani rifiutano di riconoscersi anch'essi bisognosi di conversione. Ma come dirà l'apostolo Paolo "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Rm 3,23). Solo se saremo umili e accetteremo di sederci con Gesù alla mensa dei peccatori potremo riconoscere in lui la nostra salvezza, la fonte di vita eterna.

Preghiera

Apri  le nostre orecchie, Signore, alla tua voce che ci chiama; affinché possiamo gioire con te alla tavola della salvezza. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona