Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 1 ottobre 2021

Fermati 1 minuto. Una colpevole indifferenza

Lettura

Luca 10,13-16

13 Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. 14 Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 15 E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata! 16 Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».

Commento

Il monito di Gesù si rivolge in questo passo evangelico a tre città della Galilea; un invito a pentirsi, accompagnato da un severo giudizio per coloro che, dopo avere ascoltato la sua predicazione non l'hanno accolta. Non si tratta di una ostilità aperta al suo messaggio, in effetti non riportata da nessuno dei Vangeli, ma di quella indifferenza che è più colpevole dell'ignoranza. 

Aver avuto il privilegio di ascoltare il mesaggio di salvezza e non averlo accolto apre le porte degli inferi (cfr. At 2,27.31), luogo contrapporto al "cielo" nello stesso versetto (v. 15). Gesù ci insegna che l'intensità della punizione finale, sarà proporzionata ai privilegi religiosi, ed ai mezzi di grazia goduti dagli uomini, e da loro volontariamente rigettati. 

Se Corazin, Betsàida e Cafarnao rappresentano il luogo in cui il Signore aveva iniziato la sua predicazione e compiuto i suoi miracoli, Tiro e Sidone erano due città fenice sul mare e costituivano un importante snodo commerciale in cui si riversava l'opulenza asiatica. Queste erano dunque considerate città dissolute. 

Gesù esprime un solenne avvertimento a tutti quelli che ascoltano le sue parole. Coloro che in ogni tempo godono dell'istruzione religiosa odono predicare il vangelo, e vivono in un ambiente atto a condurli a Cristo, senza però abbracciarlo, rassomigliano a quelle città. Così l'invio dei settandadue discepoli si conclude con questo avvertimento, la costatazione di uno stato di peccato più che una maledizione, e la solenne affermazione che chi respingerà la predicazione dei discepoli respingerà Cristo stesso e il Padre dal quale egli proviene. 

Il vangelo ci chiama a scegliere con responsabilità e saggezza dove collocarci nella geografia dello spirito, a non disprezzare con l'indifferenza e le preoccupazioni del mondo, l'opportunità ricevuta di essere annoverati tra i figli adottivi di Dio.

Preghiera

Signore, che ci hai ammonito ricordando che l'indifferenza verso la tua parola di vita è peggio dell'ignoranza; concedici di accogliere il vangelo della salvezza, per partecipare con te alla gloria celeste. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona