Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 8 ottobre 2021

Sergio di Radonež. La Trinità come fonte di amore universale

Nel 1392 muore nella Laura della Trinità, da lui stesso fondata, Sergio di Radonež, monaco russo. Bartolomeo, questo il suo nome di battesimo, era nato a Rostov, a nord di Mosca, ma all'arrivo delle orde tartare fuggì con la sua famiglia a Radonež. Alla morte dei genitori, Bartolomeo si ritirò assieme al fratello nella foresta, dove iniziò una vita di preghiera e di solitudine in un ambiente fortemente ostile e inospitale. Ricevuto l'abito e il nome monastico di Sergio, egli costruì una piccola cappella in legno dedicata alla Trinità. 


A poco a poco, la foresta di Radonež si popolò di uomini desiderosi di vivere un monachesimo povero e semplice, per godere pienamente della libertà dei figli di Dio. Costretto dal patriarca di Costantinopoli, da cui allora la Russia dipendeva, ad adottare la regola cenobitica dei monasteri studiti, Sergio diede vita a numerose fraternità monastiche in tutta la Russia, e non lesinò consigli e servizi agli uomini di stato e di chiesa del suo paese, in un'epoca di grandi turbolenze. Egli predicò una pace universale e cosmica, insegnando così a generazioni di monaci a pregare perché il mondo lacerato dall'odio sia pervaso dall'amore trinitario. È ispirandosi agli insegnamenti di Sergio che l'arte iconografica di Andrej Rublev raggiungerà una profondità e una tenerezza incomparabili. Sergio è, assieme a Serafino di Sarov, il santo più amato e venerato della Russia, e il monastero della Santa Trinità da lui fondato è tuttora il centro teologico e spirituale della Chiesa ortodossa russa.

Tracce di lettura

Pregate per me, fratelli, perché sono rozzo e privo di saggezza. Ho ricevuto un talento dal re del cielo, di cui dovrò rendere conto, perché mi è stata affidata la cura di un gregge di pecorelle dotate di parola. Mi riempiono di timore le parole del Signore: «Chi scandalizza uno solo di questi piccoli, sarebbe meglio per lui che gli fosse messa al collo una macina da asino e fosse gettato nel mare». Quanto peggio sarà per chi avrà fatto perdere molte anime a causa della sua stoltezza! Potrò dire con audacia: «Ecco, sono io e i figli che mi hai dato, Signore»? Potrò mai ascoltare la voce divina del pastore dei grandi e dei piccoli, del grande Signore, che per la bontà del suo cuore dice: «Servitore buono e fedele! Entra nella gioia del tuo padrone»?
(dalla Vita di san Sergio)

- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose