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martedì 5 ottobre 2021

Faustina Kowalska, apostola della misericordia

Maria Faustina (in polacco Maria Faustyna) Kowalska, al secolo Helena Kowalska (Głogowiec, 25 agosto 1905 – Cracovia, 5 ottobre 1938), è stata una religiosa polacca, appartenente alla congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, propagatrice della devozione a Gesù misericordioso; nel 2000 è stata canonizzata da papa Giovanni Paolo II. Viene venerata in tutto il mondo come l'Apostola della Divina Misericordia.

Nacque in Polonia da Marianna e Stanislao Kowalski, terza di dieci figli, fu battezzata con il nome di Elena nella chiesa parrocchiale di San Casimiro. La famiglia era molto religiosa ed Elena fu educata cristianamente. La sua vocazione religiosa si manifestò fin dall'età di sette anni. Poté frequentare una scuola solo per poco più di tre anni. Ancora adolescente lasciò la famiglia per lavorare come domestica ad Aleksandrów e a Łódź, provvedendo così al proprio sostentamento e aiutando la famiglia.

A 18 anni chiese ai genitori il permesso di entrare in convento, ma la famiglia necessitava del suo aiuto e quindi non acconsentì. Faustina cercò di ubbidire ai genitori e partecipò alla vita mondana trascurando le ispirazioni interiori della grazia. Nel suo Diario racconta che un giorno, mentre era a un ballo insieme alla sorella, ebbe una visione di Gesù flagellato che le disse: «Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? Fino a quando mi ingannerai?». Subito dopo si decise per la vita religiosa.

Dopo essere stata respinta da molti conventi, finalmente, il 1º agosto 1925, fu ammessa nella Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia. Il 30 aprile del 1926 iniziò il noviziato, ricevendo l'abito e il nome di "Suor Maria Faustina". Svolse mansioni di cuoca, giardiniera e portinaia e osservò fedelmente la regola religiosa. Adottò uno stile di vita severo e i digiuni indebolirono la sua salute, già cagionevole. Si ammalò di tubercolosi e dovette essere ricoverata due volte in un sanatorio vicino a Cracovia.

Di carattere riservato, i devoti le attribuiscono un'intensa vita mistica: nel suo Diario scrive che Gesù le attribuisce l'appellativo di "Segretaria della Divina Misericordia". Nel 1938 aggiunge di aver avuto un dialogo con Dio, in cui si lamenta del fatto che la sua congregazione non abbia nemmeno una santa, e riceve questa risposta: "...Tu la sei" (Diario 1650). La morte la colse "nel giorno della sua crociata", il 5 ottobre dello stesso anno a Cracovia, alle ore 22:45, all'età di 33 anni.

La Chiesa cattolica ritiene che abbia ricevuto in vita molte grazie straordinarie: le rivelazioni, le visioni, le stigmate nascoste, la partecipazione alla passione del Signore, il dono dell'ubiquità, il dono di leggere nelle anime, il dono della profezia e il raro dono del fidanzamento e dello sposalizio mistico; il contatto vivo con Dio, con la Madonna, con gli angeli, con i santi e con le anime del purgatorio. Malgrado il dono di tante grazie straordinarie scriveva nel "Diario": "Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono ad essa elargito la rendono perfetta, ma l'unione intima della mia anima con Dio. I doni sono soltanto un ornamento dell'anima, ma non ne costituiscono la sostanza né la perfezione. La mia santità e perfezione consiste in una stretta unione della mia volontà con la volontà di Dio" (Diario p. 380).

In una rivelazione privata nel 1935 Gesù chiese a suor Faustina una particolare forma di preghiera detta "Coroncina alla Divina Misericordia". La misericordia di Dio, la grazia della conversione e del perdono dei peccati, soprattutto nell'ora della morte, sarebbero stati concessi all'anima che avesse recitato la coroncina della divina misericordia: «La mia misericordia avvolgerà in vita e specialmente nell'ora della morte le anime che reciteranno questa coroncina».

La preghiera si recita utilizzando la corona del Rosario.

Si inizia recitando, dopo il segno della croce, un Padre nostro, un Ave Maria e il Credo (nella versione del "Simbolo degli Apostoli").
Sui cinque grani del Padre Nostro, ovvero i grani maggiori del Santo Rosario si dice: «Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.»
Sui cinquanta grani minori si dice: «Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.»
Al termine si dice per tre volte: «Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.»
La preghiera termina con la seguente invocazione: «O Sangue ed Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in te!»; ed infine nuovamente il segno della croce.

- Fonte: Wikipedia


Maria Faustina Kowalska