COMMENTO ALLA LITURGIA DELLA DECIMA DOMENICA DOPO LA TRINITÀ
Colletta
Apri le tue orecchie misericordiose, Signore, alle preghiere dei tuoi servi; affinché possano essere esauditi, chiedendo quelle cose che possono compiacerti; per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.
Letture
1 Cor 12,1-11; Lc 19,41-47
Commento
Ai canti di esultanza della folla, con l'ingresso di Gesù a Gerusalemme fa da contrasto la profezia del Signore sulla distruzione della città e il pianto di lamentazione su di essa. Questo il senso della parola greca eklausen diverso dall' edákrysen utilizzato per descrivere l'episodio in cui Gesù piange per la morte dell'amico Lazzaro (Gv 11,35).
La lamentazione di Gesù di fronte a Gerusalemme richiama il pianto dei profeti sulle città destinate al giudizio di Dio. L'assedio della città, che avverrà per opera di Flavio Tito Vespasiano nel 70 d.C. è ricollegato al suo rifiuto del Messia promesso nel Primo Testamento. Come i vignaioli omicidi (Lc 20,9-18), dopo aver rifiutato i numerosi appelli dei profeti, i suoi capi religiosi faranno mettere a morte lo stesso Figlio di Dio. Rasi al suolo la "città santa" e il suo tempio si inaugureranno i tempi ultimi, in cui Dio verrà adorato "in spirito e verità" (Gv 4,23) dai credenti, pietre vive del tempio spirituale che è il corpo stesso di Cristo, vivificato dal suo Spirito.
Eppure tante volte anche la Chiesa, nel corso della sua storia, non ha "compreso la via della pace" (Lc 19,42), facendo proprio ciò che Paolo considera inaccettabile nella sua Prima lettera ai Corinzi: maledire nel nome di Gesù. Questo infatti il senso del dire "Gesù è anàtema": non si tratta di maledire Gesù, ma di strumentalizzare il nome del Figlio di Dio per maledire i fratelli, in modo simile a come facevano i pagani, quando ricorrevano a una divinità per maledire gli uomini.
Persino tra i fratelli che proclamano "Gesù è il Signore" (1 Cor 12,3) vi sono state nel corso dei secoli, guerre, stragi, persecuzioni. Ciò accade quando i credenti, le "denominazioni" cristiane non sanno riconoscere i rispettivi carismi e, lungi dal sentirsi parte di un solo corpo, si lasciano tentare dall'esercizio del potere e dall'imposizione violenta di un "pensiero unico" cristiano che è ben diverso dall'unità radicata nel vangelo.
Il mercimonio che Gesù trovò dentro il tempio di Gerusalemme ha sedotto nel tempo le stesse chiese cristiane, con la vendita di indulgenze, di reliquie e di cariche ecclesiastiche, il pervertimento dei ministeri in strumento di potere anziché di servizio, lo sfruttamento delle devozioni popolari a scopo di lucro. Anche le chiese figlie della Riforma protestante non sono state esenti nella storia dalla ricerca di alleanze e compromessi con il potere politico e non sempre sono rimaste fedeli alla parola evangelica.
Ma ogni giorno il Signore insegna nel tempio (Lc 19,47); le Sacre scritture sono il metro con cui misurare quanto sono vicine le nostre chiese alla sua volontà. Quando è fondata sulla Parola di Dio, la Chiesa può resistere a ogni assedio, perché fondata sulla roccia che è Cristo stesso (Mt 7,24-25). I doni dello Spirito saranno così distribuiti in abbondanza e Dio opererà tutto in tutti.
- Rev. Dr. Luca Vona