Il 31 agosto 1688 muore a Londra John Bunyan, predicatore e scrittore inglese.
Nato a Elstow, vicino a Bedford, Bunyan ereditò dal padre la professione di calderaio. A venticinque anni iniziò a frequentare gli ambienti battisti di Bedford e a predicare il vangelo.
Non avendo tuttavia ricevuto l'autorizzazione alla predicazione, egli trascorse più di dodici anni in prigione, poiché non voleva promettere che avrebbe desistito dal suo fermo proposito di annunciare il vangelo; in carcere, dove aveva come uniche letture la Bibbia e il Libro dei martiri di George Fox, compose una splendida autobiografia spirituale, assieme a Il viaggio del pellegrino, opera che lo renderà noto e amato in tutto il mondo della Riforma di lingua inglese.
Uomo estremamente aderente alla realtà, Bunyan dovette alla sua educazione calvinista, che dapprima respinse ma che costituirà poi l'elemento strutturante della sua personalità, la scarsa propensione a fughe spiritualiste e il coraggio con cui affrontò quella che ritenne essere la sua unica vocazione: annunciare la Parola del Signore. Uscito dal carcere e divenuto ormai famoso, egli poté finalmente svolgere il suo ministero itinerante, che compì fedelmente sino alla fine dei suoi giorni.
Tracce di lettura
Non tema di cader chi si tien basso: | Non tema orgoglio chi si vive umile; | Iddio lo guiderà per ogni passo. (Pastorello: II; p. 263)
Lettore, guarda alla sostanza del mio dire.
Scosta la tenda, guarda dietro il velo,
scopri le metafore e non mancare
di trovar cose che, se bene cercherai,
a mente onesta potranno giovare.
Quanto trovi di scorie, abbi il coraggio
di gettarlo, ma pur conserva l'oro.
Che importa se nel sasso l'oro è chiuso?
Non getti via la mela per il torsolo.
Ma se ti sembra tutto da gettare,
forse forse, ritornerò a sognare!
(J. Bunyan, Il viaggio del pellegrino)
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose