Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

lunedì 5 agosto 2024

Fermati 1 minuto. La grazia che passa per le nostre mani

Lettura

Matteo 14,13-21

13 Udito ciò [la morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. 14 Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
15 Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16 Ma Gesù rispose: «Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare». 17 Gli risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci!». 18 Ed egli disse: «Portatemeli qua». 19 E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. 20 Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. 21 Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Commento

Giovanni il Precursore ha subìto il martirio, egli "è diminuito", come aveva promesso. Gesù sente il bisogno di ritirarsi in disparte, nel deserto, forse per riflettere su quanto accaduto, "ricaricarsi" dalla fatica dell'attività di predicazione e guarigione, forse anche per studiare i suoi prossimi passi. 

Il deserto, con le tentazioni del demonio, aveva segnato l'inizio della sua missione. Ma in questo caso diviene luogo di ristoro. In tutte le Scritture il deserto presenta questa immagine ambivalente: è il luogo che segna il passaggio di Israele dalla schiavitù d'Egitto verso la terra promessa da Dio; ma anche luogo in cui Israele per quarant'anni "tenta" il Signore, mormorando e mancando di fiducia nel compimento del piano divino (Sal 95,8-10). 

In questo brano dell'evangelista Matteo, Gesù non riesce, tuttavia, a trovare riposo, perché mentre raggiunge il deserto su una barca, le folle lo seguono via terra. Ma egli non le allontana. Il deserto diventa così luogo di accoglienza e di benedizione. 

Probabilmente questa folla era composta anche dai discepoli di Giovanni il Battista rimasti senza pastore; e ci sono tra loro tanti malati, che hanno sentito parlare delle sue guarigioni e liberazioni miracolose, da malattie e spiriti maligni. Per questo egli "sentì compassione" (v.14). Sono cinquemila uomini, "senza contare le donne e i bambini" (v. 21), con le quali la folla supera certamente le diecimila persone. 

Così si fa tardi e i discepoli chiedono a Gesù di congedare questa moltitudine, affinché possa andare a cercarsi da mangiare. Ed è qui che il Signore chiede ai discepoli, che finora hanno avuto un ruolo da spettatori passivi, di partecipare attivamente alla sua azione salvifica. Gli chiede di sfamare le folle con i pochi pani e i pochi pesci che hanno a disposizione. Un compito che può divenire possibile solo con la benedizione del Signore su quei pani e su quei pesci. 

Gesù vuole che il cibo moltiplicato dalla sua compassione passi per le mani dei discepoli, chiede loro l'esercizio della diakonìa, del servizio al prossimo. È l'incontro della potenza del Signore con la fede e l'umiltà dei discepoli che compie il miracolo. Un miracolo che richiama la manna che discese dal cielo a sfamare gli ebrei in fuga dall'Egitto e che prefigura il pane eucaristico, quel pane di cui Gesù dirà: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame» (Gv 6,35). 

Cristo ci aspetta nel deserto, per sfamarci e parlare al nostro cuore (Os 2,14), per far passare dalle nostre mani i doni della sua grazia.

Preghiera

O Dio, che ami essere trovato lontano dai rumori del mondo e che non chiudi il tuo cuore a chi ti cerca con perseveranza, concedici di essere saziati dalla tua grazia sovrabbondante. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona