Lettura
Marco 1,14-20
14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: 15 «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo». 16 Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17 Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». 18 E subito, lasciate le reti, lo seguirono. 19 Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. 20 Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.
Commento
"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo" (Mc 1,15). Questa l'essenza del messaggio di Gesù. Il riferimento è al compiersi della promessa messianica contenuta nell'Antico Testamento.
Con Gesù termina l'epoca della Legge e comincia quella della grazia, ottenuta mediante la fede. Un nuovo patto è suggellato da Dio con l'umanità. Questo è il "vangelo": la buona notizia, che Dio comunica all'uomo attraverso l'opera salvifica di Cristo.
La vicinanza del regno dei cieli è la vicinanza di Cristo stesso, il quale eserciterà la sovranità di Dio, stabilendo la pace e la giustizia sulla terra e in cielo. Con l'avvento di Gesù, la sua predicazione, morte e risurrezione, siamo entrati nell'era escatologica, nei tempi ultimi; una nuova prospettiva si è aperta all'umanità, rivelando una nuova mèta, verso la quale siamo tutti proiettati. La circolarità del tempo si è spezzata, quella della storia umana e quella delle nostre singole esistenze, che ora trovano nell'annuncio del regno uno scorcio liberante e pieno di senso.
Gli strumenti che Gesù sceglie per stabilire il suo regno sono umili e considerati di poco conto dal mondo: avrebbe potuto costituire una scuola di teologia; avrebbe potuto radunare un esercito per liberare Israele di suoi dominatori. Invece sceglie uomini comuni, per stabilire il regno mediante la predicazione.
Gesù sceglie i suoi discepoli non tra i dotti del sinedrio, ma tra i pescatori sulle rive del lago di Tiberiade (che gli ebrei chiamavano "mare di Galilea"). Al momento della loro chiamata questi uomini lasciano tutto: la famiglia, il lavoro, i compagni; comincia per loro una vita radicalmente nuova. Eppure non resteranno "a mani vuote"; Gesù promette loro: "Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna" (Mt 19,29).
Vi è una certa continuità tra quello che i discepoli sono prima della loro chiamata e la loro funzione al servizio di Gesù: erano pescatori di pesci, ora saranno pescatori di uomini. La sequela di Cristo non mortifica la nostra natura, le nostre doti, quel che contraddistingue la nostra personalità. Piuttosto valorizza tutti questi aspetti portandoli a piena maturazione.
Ecco la "compiutezza" del regno, l'armonia della sua costruzione, che ha Cristo stesso come "pietra d'angolo" e nel quale siamo "edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito." (Ef 2,20-22). La conversione cui ci richiama Gesù diventa occasione per volgere lo sguardo all'interno di noi stessi, dove possiamo trovare l'immagine originaria del Logos, capace di restaurare e portare a pienezza la nostra umanità.
Preghiera
Rendici attenti, Signore, alla tua voce che ci chiama dalle profondità del nostro cuore; affinché possiamo obbedirti, partecipando all'instaurazione del tuo regno di pace. Amen.
- Rev Dr. Luca Vona