Oggi le chiese d'occidente ricordano Ilario, vescovo di Poitiers, il primo grande teologo latino. Della sua nascita, avvenuta intorno al 315, e della sua giovinezza non sappiamo quasi nulla. Cresciuto nel paganesimo, Ilario mostrò indubbiamente di possedere una vasta cultura e di essere abitato da una profonda ricerca della verità. Giunto alla fede mediante lo studio delle Scritture, egli lascerà trapelare in tutte le sue opere la sua vasta conoscenza e assimilazione dei testi biblici.
Eletto vescovo di Poitiers intorno al 350, pochi anni dopo fu deposto e esiliato in Asia Minore dal 356 al 359, a motivo dell'ardore con cui aveva combattuto la diffusione sempre più capillare dell'arianesimo. In esilio egli scrisse, a difesa della divinità di Cristo, il trattato La Trinità, la sua più completa e penetrante opera teologica. Ilario fece tesoro, nel tempo del suo soggiorno asiatico, della notevole sfumatura di posizioni che caratterizzava le controversie cristologiche in oriente, e trasmise ciò che aveva appreso a tutto l'occidente. Per la sottigliezza della sua espressione e per l'ampiezza della sua comprensione dei problemi posti dal concilio di Nicea, può essere considerato, assieme a Tertulliano e Novaziano, il creatore del linguaggio teologico dell'occidente. Sempre in esilio, egli seppe affinare il proprio metodo esegetico grazie alla lettura delle opere di Origene, e ritornato in occidente compose un pregevole commento ai Salmi, rimasto incompiuto. Morì attorno al 367, dopo aver combattuto a fianco di Eusebio di Vercelli contro Aussenzio, vescovo ariano di Milano.
Tracce di lettura
Serba incontaminata, ti prego, la santità di questa mia fede, e fino alla mia morte concedimi di udire la voce della mia coscienza.
Fa' che io mi mantenga sempre fedele alla verità che ho professato nel Simbolo della mia rigenerazione, quando sono stato battezzato nel Padre, nel Figlio e nello Spirito santo.
Fa' che io adori te, nostro Padre, e insieme con te il Figlio tuo, che io riceva il tuo Spirito santo, il quale procede da te mediante il tuo Unigenito.
Infatti io ho un valido testimone alla mia fede che dice: «Padre, tutte le cose mie sono tue e le tue mie» (Gv 17,10). Questo testimone è il mio Signore Gesù Cristo, che abita in te, procede da te e con te è Dio eternamente: egli è benedetto nei secoli dei secoli. Amen
(Ilario di Poitiers, La Trinità 12,57)
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose