La meditazione è un'operazione dell'intelligenza che si concentra con l'aiuto della ragione nell'investigare le verità nascoste
La Parola di Dio diventa Parola di vita: è stata annunciata per venire a vivere nel cuore del credente. Leggere non rimane un accumulare nozioni. La scienza può non toccare la vita. Si potrebbe conoscere la Bibbia come il Corano o qualsiasi altro trattato scientifico. La Parola, invece, mira a sconvolgere la vita per ricostruirla secondo Dio.
La Lectio è un'esposizione universale. La Meditazio è un'attività squisitamente personale: riprende il messaggio della Lectio e comincia a personalizzarlo.
La MEMORIA ha qui una buona funzione. I Padri hanno parlato di "ruminatio". S. Bernardo ha introdotto questa parola per indicare il riprendere le Scritture per assicurarne l'apprendimento e la memorizzazione. Si tratta di un obbedienza al precetto del Deuteronomio: "State però bene attenti! Fate tutto per non dimenticare i fatti che avete visto con i vostri occhi: finché vivete non svaniscano dai vostri cuori" (Dt 8,4.9). "Le parole di questo comandamento, che oggi ti do, restino nel tuo cuore" (Dt 6,6).
Ricordare non significa rimanere ancorati al passato, bensì vivere sempre, vivere ora, quella Parola.
Il vero significato della Meditatio consiste nell'applicare a sé la Parola. Ne esce spontaneamente un esame della vita: quanto era presente questa parola prima d' ora? Se è "luce ai miei passi" (Sal 119,105) che cosa chiede di cambiare? Che novità introduce?
Proprio come avviene nella prima evangelizzazione: il pagano ascolta la Parola, vede la differenza dal prima all'adesso, accoglie le esigenze della nuova vita.
La Meditatio dice: qui, ora (hic et nunc); "questi fatti sono stati scritti per noi" (1 Cor 10,11). Allora "Ascoltiamo ciò che il Signore ci dice" (Sal 85,9). La LECTIO aveva risposto alla domanda: "che cosa dice il testo?"; la MEDITATIO risponde alla domanda: "che cosa dice il testo a me e alla comunità?". La Parola entra nella situazione del nostro tempo, nelle circostanze della mia vita, con le sue realtà di gioia e di conflitto.
Occorre anche una buona dose di sincerità: "Ora non percepiamo più il testo come qualcosa che abbiamo solo ascoltato, ma come qualcosa che abbiamo sperimentato e toccato con le nostre stesse mani" (S. Giovanni Cassiano, Collationes 10,11).
Diventa anche chiaro quello che Dio chiede ad ognuno e alla comunità.