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Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto
Ministro della Christian Universalist Association
Ministro della Christian Universalist Association
lunedì 14 luglio 2025
Nicodemo Aghiorita. L'ascesi, tra preghiera contemplativa e riscoperta dei Padri
Fermati 1 minuto. Sono venuto a portare la spada
domenica 13 luglio 2025
Tutto il mondo creato è in travaglio
venerdì 11 luglio 2025
Fermati 1 minuto. Che cosa ne otterremo?
Lettura
Matteo 19,27-29
27 Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». 28 E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. 29 Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.
Commento
Di fronte al rifiuto del giovane ricco di lasciare tutto per seguire Gesù (Mt 19,21) Pietro evidenzia la generosità sua e degli apostoli e con una domanda diretta chiede quale ricompensa spetterà loro. Gesù non lo riprende per questo, ma fa una promessa che attesta la generosità ancor più grande da parte di Dio.
La "nuova creazione" (v. 28) è letteralmente la "nuova generazione" (gr. palingenesia), termine che ricorre soltanto in questo passo del Vangelo di Matteo - a significare la rigenerazione nel regno di Dio - e nella lettera di Tito (Tt 3,5), ad indicare la rinascita spirituale attraverso il battesimo. La nuova creazione potrebbe riferirsi al periodo successivo alla risurrezione, quando i dodici governeranno l'intero Israele, cioè la chiesa di Gesù. Il regno di Dio infatti non è soltanto l'evento escatologico e cosmico atteso dagli ebrei nel giorno del giudizio, ma anche la sovranità regale di Dio che si fa presente al mondo in Gesù; egli infatti avvia la sua predicazione annunciando che "il regno dei cieli è vicino" (Mt 4,17).
Giudicare (gr. krino) può essere inteso anche nel senso di governare (cfr. Gdc 15,20; 16,31; Sal 2,10). Tuttavia, poiché in questo caso è collegato al tempo in cui "il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria" è più probabile che ciò che viene promesso ai dodici è che si uniranno a Gesù nel giudicare il popolo d'Israele.
Secondo altri passi del Nuovo Testamento tutti i credenti saranno chiamati a partecipare al giudizio di Cristo sul mondo (Mt 25,21; Rm 16,20; 1 Cor 6,2; Ap 2,26-27; 3,21).
Poiché Dio non è debitore di alcuno, chi avrà lasciato casa, o parenti, o proprietà, per mettersi al servizio delle esigenze del regno troverà l'affetto dei fratelli e delle sorelle nella fede e ricchezze superiori ai beni che si possono vedere.
Solo chi ha trovato la sapienza in Cristo può giudicare ogni cosa con retto discernimento. Per gustare la vita vera, dobbiamo saper riconoscere ciò che è destinato alla sterilità e alla morte, per ricercare in Dio, nascosto dietro ogni apparenza, colui che solo può acquietare il nostro cuore.
Preghiera
Apri i nostri occhi, Signore, affinché possiamo cercarti e trovarti in ogni cosa e lodare la generosità della tua provvidenza. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona
Benedetto da Norcia. Padre del monachesimo occidentale
mercoledì 9 luglio 2025
Fermati 1 minuto. Chiamati per nome
Lettura
martedì 8 luglio 2025
Mael-Ruain, riformatore del monachesimo irlandese
Fermati 1 minuto. Pecore senza pastore
lunedì 7 luglio 2025
Atenagora I e il desiderio dell'unità
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Athenagoras I e Paolo VI |
Fermati 1 minuto. La vita che fluisce attraverso la fede
sabato 5 luglio 2025
Il buon pastore
giovedì 3 luglio 2025
Tommaso apostolo. Toccare con mano il Risorto
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Tommaso tocca il costato di Gesù, icona di Bose |
Fermati 1 minuto. Beati loro!
mercoledì 2 luglio 2025
Fermati 1 minuto. La differenza tra riconoscere e amare
martedì 1 luglio 2025
Fermati 1 minuto. Il sonno di Dio
Mosè l'Etiope. La conversione che matura nel deserto
lunedì 30 giugno 2025
Raimondo Lullo, precursore del dialogo interreligioso
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Raimondo Lullo (1232-1316) |
Fermati 1 minuto. Siamo veramente liberi?
domenica 29 giugno 2025
Giustificazione e santificazione
venerdì 27 giugno 2025
Fermati 1 minuto. Dio non si dà pace
Lettura
Luca 15,1-10
1 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2 I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». 3 Allora egli disse loro questa parabola: 4 «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? 5 Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, 6 va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. 7 Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. 8 O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? 9 E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. 10 Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Commento
In questo episodio, come in diversi altri dei Vangeli, Gesù dimostra di non temere di essere considerato un amico dei peccatori. Il mormorare degli scribi e dei farisei è occasione per esprimere il cuore del suo annuncio: la misericordia di Dio, che "non si dà pace" finché non ritrova ciò che è perduto.
La prima parabola presenta un pastore che ha smarrito una sua pecora attraversando un luogo deserto. I pastori in medio oriente erano responsabili verso il loro padrone per ogni pecora del gregge.
La pecora ha perso il suo padrone, ha perso la comunione con il suo gregge e ha perso se stessa "nel deserto", in una terra ostile, che la espone al pericolo dei predatori.
I rabbini non negavano la possibilità per il peccatore di essere perdonato da Dio a seguito di un sincero ravvedimento, ma queste due parabole rimandano a una immagine di Dio che cerca egli per primo, con sollecitudine, l'uomo smarrito.
Dio non solo non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva, come afferma il profeta Ezechiele (Ez 33,11); egli lo cerca per primo.
Mentre i farisei e gli scribi mormorano sulla terra, Dio e gli angeli si rallegrano nei cieli per il peccatore ritrovato.
Dio si rallegra non solo quando si convertono le moltitudini ma anche quando si converte un singolo peccatore. Si rallegra più per un peccatore che si converte che per una intera chiesa di "giusti" o persone che si presumono tali.
Così Gesù offre l'esempio della dramma perduta. Quella moneta, il cui valore è pari a una giornata di lavoro, è simbolo della nostra anima, su di essa è impressa l'immagine di Dio, cui apparteniamo. Si è perduta tra la polvere e la sporcizia, ma la donna accende la lucerna e spazza con attenzione la casa, finché la trova e la ripone tra i propri beni. Cos'è una moneta nel tesoro immenso di Dio? Eppure egli non ha pace finché non l'ha ritrovata.
Il Signore ci guida con il suo vangelo per farsi trovare; spazza la casa, ripulendoci da ogni peccato e facendoci venire alla luce della grazia.
Preghiera
Signore, che non vuoi che alcuno si perda, concedici di essere trovati dalla tua misericordia, così da poter gioire con te nella gloria senza fine. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona
giovedì 26 giugno 2025
Mari, disseminatore di comunità cristiane in oriente
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Addai e Mari (I-II sec.) |
Fermati 1 minuto. Dare solidità alla parola
Lettura
Matteo 7,21-27
21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. 24 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».
Commento
La parabola dell'uomo stolto e dell'uomo saggio, conclude il "Discorso della montagna", nel quale è racchiusa l'essenza del vangelo. Gesù spiega come riconoscere il vero credente. La fede che non porta frutto è incredulità.
Ma i frutti della fede non consistono nel compiere opere soprannaturali, miracoli e profezie, che presi di per sé non hanno alcun valore. Neanche la lode e la supplica - "Signore! Signore!" (v. 21) - contano qualcosa senza la conversione. Il vero frutto della fede consiste nel compiere la volontà di Dio, mossi dalla carità.
Come afferma l'apostolo Paolo "Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna" (1 Cor 13,1). Quando riconosciamo Cristo solo a parole non siamo tanto diversi da coloro che lo dileggiavano esclamando sotto la croce "Salve! Re dei giudei!" (Gv 19,3).
La grazia e la carità conducono gli uomini alla salvezza senza che compiano miracoli, mentre il compiere miracoli non ha mai salvato nessuno senza la grazia e la carità. Solo chi costruisce sulla salda roccia che è Cristo e non chi confida in se stesso può resistere alle prove della fede, che saranno tante in questa vita: "Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33).
Non è abbastanza ascoltare le parole del Vangelo, comprenderle, ricordarle, ripeterle e disputare su di esse. Dobbiamo essere capaci di "dare solidità" alla parola, facendoci costruttori della chiesa di Cristo e affidando le sue fondamenta non alla sabbia della nostra umana povertà ma alla roccia della sua grazia.
Preghiera
Signore, donaci la beatitudine di essere tra coloro che ascoltano la tua parola e la osservano, per essere pietre vive nell'edificio della tua chiesa. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona