Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

lunedì 1 febbraio 2021

Fermati 1 minuto. Liberati fino in fondo

Lettura

Marco 5,1-20

1 Intanto giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. 2 Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. 3 Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, 4 perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. 5 Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6 Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, 7 e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». 8 Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!». 9 E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti». 10 E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. 11 Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. 12 E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». 13 Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare. 14 I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. 15 Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. 16 Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. 17 Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. 18 Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. 19 Non glielo permise, ma gli disse: «Va' nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». 20 Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

Commento

L'azione missionaria di Gesù si sposta in territorio pagano, oltre il lago di Gennesaret. Qui gli viene incontro dai sepolcri un uomo indemoniato. I luoghi di sepoltura si trovavano fuori città e secondo la legge ebraica toccare un morto o una tomba rendeva impuri (Num 19,16); forse per questo lo spirito che affligge quest'uomo è definito "immondo". 

Gesù ha a che fare con una forma di possessione violenta; l'indemoniato Geraseno, ci dice Marco, ha spezzato più volte le catene e i ceppi con cui si è cercato di contenerlo e si ferisce percuotendosi con delle pietre. Se Dio cerca per le sue creature ogni bene vediamo qui la condizione dell'uomo quando è governato da Satana; questi lo separa dall'umano consorzio, lo fa abitare in terra di morte, tormenta la sua anima e ne sfigura l'immagine e somiglianza con Dio. 

Ma c'è una parte sana, un residuo di luce nel cuore dell'indemoniato geraseno, che il maligno non riesce ad oscurare con la sua tenerbra. L'incontro con Cristo suscita un momentaneo "risveglio" nella coscienza dell'indemoniato, che gli corre incontro e si getta ai suoi piedi, riconoscendone la sovranità.

L'autorità di Gesù si manifesta proprio nella capacità della sua parola di liberare l'uomo dallo spirito maligno, facendo spazio allo Spirito Santo. Che fra i due spiriti non vi sia nulla in comune è attestato dalle parole stesse dell'indemoniato: "Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo?" (v. 7). I demoni riconoscono la natura messianica di Gesù e ciò che chiedono è di poter continuare a esercitare la loro azione sia pur in un ambito circoscritto. Ma l'avvento del regno di Dio non lascia più spazio a Satana e alle sue potenze. 

Il nome che il demone rivela a Gesù attesta la sua natura belligerante: "Mi chiamo Legione... perché siamo molti" (v. 9). La legione era costituita da circa seimila soldati in armi. I demoni sono potenze in guerra contro Dio e contro l'uomo per portare quest'ultimo verso la perdizione. Così Paolo, nella sua lettera agli Efesini: "La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti" (Ef 6,12). 

Che vi sia un ordine anche nelle gerarchie demoniache e che non si tratti di una moltitudine divisa in se stessa - come pensavano i farisei (Mc 3,22-30) - risulta evidente dal fatto che la legione che possiede l'uomo geraseno parla con una voce sola. La presenza di un gregge di maiali, animali considerati impuri dalla legge mosaica, indica che ci troviamo in un ambiente pagano o di ebrei "apostati". Acconsentendo che la legione vada a possedere questo gregge causandone la distruzione Gesù mostra quanto fosse grave la situazione dell'uomo e il potere distruttivo del  maligno. 

La reazione dei geraseni accorsi per vedere quanto accaduto dovrebbe essere di ammirato stupore vedendo l'uomo "vestito e sano di mente" invece Marco riporta che "ebbero paura" (v. 15) e pregarono Gesù di andarsene. Il loro attaccamento ai beni materiali è superiore alla pietà verso il proprio concittadino che aveva sofferto terribilmente e a lungo, né troviamo in essi il desiderio di trarre beneficio dalla parola potente di Gesù. 

L'uomo appena liberato dal demonio desidera seguire colui che lo ha salvato, ma Gesù vuole che egli cammini con le proprie gambe, lo vuole liberare fino in fondo, così non gli permette di restare con lui (v. 19). Esortato ad annunziare la misericordia del Signore alla sua casa il geraseno si spinge oltre questi confini e si mette a proclamare l'annuncio del vangelo per tutta la Decapoli (v. 20). L'uomo tormentato, l'uomo spaventato, è divenuto un fervente discepolo.

Preghiera

Rendici, Signore, tempio del tuo Spirito; affinché liberati dal peccato e dal timore possiamo servirti e annunciarti con fervore. Amen.

-Rev. Dr. Luca Vona