Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

mercoledì 3 febbraio 2021

Fermati 1 minuto. Fra le pieghe della quotidianità

Lettura

Marco 6,1-6

1 Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. 2 Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? 3 Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui. 4 Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5 E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. 6 E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

Commento

Per quanto possa indicare anche il paese natale il termine greco patris è riferito in questo brano evangelico al paese d'origine di Gesù, Nazaret. La presenza dei discepoli indica che egli non sta compiendo una visita privata alla sua famiglia ma sta esercitando il suo ministero. Lo stupore di coloro che lo ascoltano insegnare nella sinagoga non è espressione di un senso di ammirazione ma di scetticismo: "si scandalizzavano di lui" (v. 3). 

La gente di Nazaret continua a identificare Gesù come colui che porta avanti il lavoro del padre. A volte la famiglia, il proprio ambiente di origine divengono una gabbia che ci vorrebbe costringere entro quell'idea che si sono fatti di noi. Anziché luogo in cui i nostri talenti possono maturare ed esprimersi ci soffocano e respingono tutto ciò che risulta "eversivo" rispetto alle loro aspettative. 

Non è che i conterranei di Gesù non riconoscano la sua sapienza e i suoi prodigi (v. 2) ma per le sue umili origini si rifiutano di considerarlo superiore a se stessi e di accettarlo come Figlio di Dio e Messia. L'appellativo "figlio di Maria" potrebbe indicare che Giuseppe era già morto, ma con esso il popolo potrebbe anche voler esprimere in modo dispregiativo l'idea di una nascita illegittima di Gesù. 

Secondo l'usanza semitica quando si parla di fratello (adelphos) o sorella (adelphe) non si intendono solo i figli degli stessi genitori, ma anche nipoti, cugini e fratellastri. Giacomo sarà alla guida della chiesa di Gerusalemme. Giuda è l'autore della omonima lettera apostolica. Non sappiamo nulla di Simone, Ioses e delle due "sorelle". 

I residenti di Nazaret si sentono offesi dal fatto che Gesù si presenti come un grande maestro, per le sue origini ordinarie, la formazione limitata e la mancaza di un titolo religioso riconosciuto. Gesù invece non esita a definirsi profeta, in accordo con uno dei suoi ruoli. Egli dichiara apertamente la propria identità, affinché chi lo rifiuta non possa avere alibi al riguardo. Ma è "impossibilitato" a compiere grandi miracoli (v. 5) perché questi sono destinati a coloro che sono pronti a credere. 

Gesù è sorpreso dell'incredulità della gente di Nazaret perché proprio in Galilea egli ha predicato e compiuto numerosi prodigi. Solo spogliandoci dei nostri pregiudizi, dei nostri automatismi concettuali, potremo accogliere il vangelo e riconoscere lo spirito di Cristo all'opera tra le pieghe della nostra quotidianità.

Preghiera

Liberaci, Signore, da ciò che ostacola l'accoglimento del tuo vangelo; affinché possiamo riconoscerti quando vieni a visitarci e professare il tuo santo Nome. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona