Lettura
Matteo 2,13-18
13 Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». 14 Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, 15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. 16 Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. 17 Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: 18 Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.
Commento
La mancanza di tracce storiche sulla strage degli innocenti, al di fuori di quanto riportato da Matteo è dovuta probabilmente all'"irrilevanza" del fatto rispetto ad altri massacri di ben più vaste proporzioni. Betlemme era un villaggio di circa mille abitanti e il numero di maschi sotto i due anni fatti uccidere da Erode non poteva essere stato che di qualche decina.
In questo episodio del Vangelo di Luca vediamo ancora una volta Giuseppe avvertito in sogno da un angelo. Giuseppe ubbidisce prontamente all'ordine impartitogli dal messaggero di Dio; quella stessa notte intraprende un viaggio rischioso e con scarsità di mezzi. La sua obbedienza coraggiosa e incondizionata ricorda quella di Abramo.
La "sacra famiglia" soggiornerà in Egitto fino alla morte di Erode. Sarà costretta a dimorare lontana dal Tempio, in mezzo alle genti che non conoscono il Dio d'Israele. Anche noi siamo chiamati a preservare la nostra fede in un mondo ostile e incredulo, a prenderci cura del nostro Dio, che ha accettato di farsi creatura sotto la custodia di un uomo e di una donna.
Israele, "figlio" di Dio, era stato chiamato dall'Egitto al tempo di Mosè (Os 11,1); allo stesso modo Gesù, il Figlio di Dio, dovrà essere nascosto in questa terra straniera, dalla quale sarà chiamato per un nuovo esodo. Rama è una città che si trova sette chilomentri a nord di Gerusalemme. Il lamento di Rachele, che morì dando alla luce Beniamino, diviene espressione di un dolore così forte da poter essere udito a grande distanza. I profeti dell'Antico Testamento nominano Rama in diverse occasioni legate alla tristezza e al lutto (Is 10,29; Ger 31,15; Os 5,8), facendo della città un luogo-simbolo dell'afflizione.
La fuga in Egitto rappresenta una prova per Maria e Giuseppe, i quali mostrano umiltà e obbedienza nei confronti della volontà di Dio e accettano l'invito al nascondimento in terra straniera.
A volte vorremmo difendere la nostra causa "a spada tratta", quando Dio ci chiede semplicemente di riporre la nostra fiducia in lui, disarmando la nostra volontà di potenza e attendendo la sua chiamata nell'ora che avrà stabilito.
L'episodio della fuga in Egitto mostra che la persecuzione verso Cristo comincia fin dalla sua nascita e così la testimonianza passiva, involontaria, di questi infanti, diventa prefigurazione della passione di Gesù, alla quale vengono associati: hanno sparso il loro sangue per lui, e lui lo verserà per loro.
Non si tratta di una morte "inutile" perché il sangue dei martiri innocenti si innalza verso il cielo gridando giustizia verso Dio; come il sangue del giusto Abele, e quello di tante vittime di guerre, persecuzioni, povertà. Una storia di violenza e ingiustizia dove si manifesta il rifiuto dei potenti nei confronti della regalità di Cristo, nascosta nella fragilità di un bambino. In questa piccola creatura è riposta la speranza per un cielo nuovo e una terra nuova (Ap 21,1).
Preghiera
Ascolta, Signore, il grido degli innocenti che dalla terra si innalza a te; liberaci dall'oppressione dell'uomo violento e rendici capaci di accogliere la grazia che si manifesta nella debolezza. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona