Lettura
Matteo 21,28-32
28 «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va' oggi a lavorare nella vigna. 29 Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. 30 Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. 31 Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32 È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli.
Commento
Gli scribi e i farisei mostrano grande zelo nel servizio di Dio, ma si tratta di mera apparenza, contraddetta dalle loro azioni. Sono ben rappresentati dal figlio indolente della parabola, che pure si rivolge al proprio padrone come "signore" (v. 29), ma promette più di quanto è disposto a mantenere.
Anche il cristiano corre il rischio di coltivare grandi ambizioni ma di non sapere lavorare neanche un'ora nella vigna del Signore. Lungi dal coltivare un religiosità puramente idealistica, dobbiamo fare in modo che la preghiera, l'adorazione, lo studio delle Scritture, abbiano una ricaduta concreta nel nostro quotidiano.
Guai a noi, però, se cadessimo nell'auto-giustificazione, disconoscendo la grazia di Dio: «quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: 'Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare'» (Lc 17,10). Con Paolo dobbiamo tenere presente che "né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere" (1 Cor 3,7).
Dal peccato di Adamo siamo stati condannati a coltivare con fatica la terra per il nostro sostentamento, ma con l'avvento di Cristo siamo stati resi partecipi dell'opera della salvezza, che tutta la creazione attende con impazienza, gemendo e soffrendo nelle doglie del parto (Rm 8,19-23). Il figlio obbediente della parabola dimostra che l'unica evidenza del nostro pentimento è di metterci al lavoro e così ciò che è passato sarà perdonato e le nostre fatiche troveranno un orizzonte di senso.
Preghiera
Donaci l'umiltà, Signore, di riconoscerci bisognosi della tua grazia e il desiderio di una sincera conversione; affinché il tuo ritorno ci trovi operosi nella tua vigna. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona