Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

giovedì 17 dicembre 2020

Fermati 1 minuto. Più che una cantilena

Lettura

Matteo 1,1-17

1 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2 Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, 4 Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, 5 Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6 Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, 7 Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, 8 Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9 Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10 Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, 13 Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, 14 Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15 Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16 Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. 17 La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

Commento

La genealogia di Gesù ci offre una elenco di nomi, che potrebbero suonare come una noiosa cantilena, ma testimoniano la profonda appartenenza del Messia al genere umano, le cui miserie e grandezze egli, come Figlio di Dio, è venuto ad assumere su di sé, per portare a compimento il progetto del Padre.

L'incipit matteano "Genealogia di Gesù Cristo" richiama il titolo del libro della Genesi nella Bibbia greca ("dei Settanta"), chiamato appunto Libro delle genealogie. In questo senso Gesù appare nel Vangelo di Matteo come compimento della creazione nella pienezza dei tempi. 

Il riferimento agli antenati di Gesù è presente sia nel Vangelo di Matteo che in quello di Luca, ma Matteo gli conferisce un'importanza particolare, aprendo con esso il suo racconto. Il nome "Gesù" significa in ebraico "il Signore salva", mentre "Cristo" è un appellativo che traduce in greco (Christos)  l'ebraico "Messia". La parola significa "unto" con allusione al carattere profetico, sacerdotale e regale di Gesù; infatti era d'uso nella tradizione ebraica ungere con l'olio coloro che avevano ricevuto un mandato da Dio. Davide fu unto alla sua consacrazione come re (1 Sam 16,13); Aronne quando fu consacrato sacerdote (Lv 8,12), Eliseo (1 Re 19,16) e Isaia (Is 61,1) furono unti come profeti.

L'appellativo Gesù Cristo significa dunque il Salvatore promesso. Gesù è il sacerdote venuto a espiare i nostri peccati entrando "una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna" (Eb 9,12); Gesù è il profeta che illumina le tenebre dell'ignoranza nelle nostre anime e istruisce la nostra volontà, la "luce per illuminare le genti" (Lc 2,32) cantata da Simeone durante la presentazione al tempio; Gesù è il re venuto a regnare sui nostri cuori, affinché possano trovare la vera libertà dalle inquietudini di questo mondo, riposando in Dio. 

Matteo seleziona e antepone negli anelli della catena genealogica i nomi del re Davide e di Abramo; perché Gesù è sia il messia regale, sia colui nel quale si adempie la promessa di una discendenza numerosa come la sabbia del mare (Gn 22,17), nell'universalità della sua missione. 

La presenza di Ieconia ha una certa rilevanza: egli fu maledetto da Dio il quale gli precluse una discendenza dal trono di Davide, ma il suo nome in questa genealogia indica la capacità della grazia di prevalere sul peccato. Anche la presenza di Tamar (una prostituta) e delle altre tre donne straniere - Racab (cananea), Rut (moabita) Betsabea, moglie di Urìa l'hittita - indica che il piano di salvezza non è precluso a nessuno, e che l'irregolarità stessa della situazione in cui esse hanno concepito i loro figli non spezza il filo continuo dell'azione di grazia che Dio svolge nella storia. 

La bontà di Dio corre di generazione in generazione. Quale gloria se i nostri nomi trovassero posto nel suo libro, pur dimenticati dagli uomini!

Preghiera

Scrivi i nostri nomi sul libro della vita Signore; affinché possiamo prendere parte alla tua famiglia celeste, nonostante le nostre mancanze e per l'azione della tua grazia. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona