Lettura
Giovanni 6,37-40
37 Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; 38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39 Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno. 40 Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
Meditazione
Il sigillo della fede ci rende un dono del Padre a Cristo. E a sua volta il Figlio ci custodisce per restituirci al Padre, come pietre preziose ben cesellate e purificate dalla sua Passione. All'orto degli ulivi, dove si svolgerà l'agonia di Gesù, narrata da Marco e Luca (Mc 14,36; Lc 22,42) sembrano rinviare le sue parole in questo brano: «sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (v. 38); questa armonia tra la sua volontà e quella del Padre ha come fine la nostra resurrezione a vita eterna, come ripetuto due volte in questo breve passaggio evangelico: «che li risusciti nell'ultimo giorno»... «lo risusciterò nell'ultimo giorno». La promessa è per chiunque contempla il Figlio e crede in lui (v. 40); una contemplazione che ci consente di assaporare, fin da questa vita, i frutti della vita eterna. La vita infatti ha tutto un'altro sapore quando nella fede otteniamo la certezza che essa non termina con la morte, perché nulla potrà separarci dall'amore di Cristo (Rm 8,35-39). Non ci spaventino allora le tenebre della morte, perché il velo del tempio si è squarciato, la pietra del sepolcro e rotolata via, e ci è dato di contemplare la luce del Risorto. «Beati d'ora in poi, i morti che muoiono nel Signore» (Ap. 14,13).
Preghiera
Signore tu sei la via che conduce alla resurrezione, la vita di coloro che credono in te. Il tuo Spirito ci guidi tra le braccia del Padre, che dall'eternità ci ha affidati a te. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona