Lettura
Luca 21,20-28
20 Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. 21 Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; 22 saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia.
23 Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. 24 Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti.
25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26 mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
27 Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.
28 Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Commento
La descrizione della venuta gloriosa del Figlio dell'uomo è collocata all'interno di uno scenario apocalittico. La distruzione di Gerusalemme, per opera dei romani, è una prova del fatto che come si è avverata, nel tempo in cui scrive Luca, la predizione di Gesù su di essa, così si avvererà anche il suo annuncio della redenzione finale.
Grande fu la rovina della città, nel cui assedio perirono oltre un milione di ebrei e quasi centomila furono deportati (secondo quanto riferisce lo storico Giuseppe Flavio). La sordità ai ripetuti richiami alla conversione ha fatto avverare le profezie degli antichi profeti portando alla distruzione delle istituzioni giudaiche e del culto sacrificale levitico.
Non vi sarà più tempio, perché Cristo stesso è sacerdote, altare e sacrificio (Eb 4,14). Egli, che ha camminato nel mondo senza essere riconosciuto dai suoi (Gv 1,10), ritorna nascosto sulle nubi, fino alla sua manifestazione alla fine dei tempi.
Come la città santa fu sconvolta dalle potenze nemiche così l'intero cosmo - il sole, la luna, le stelle, il mare - è sovvertito dalla potenza distruttiva del peccato dell'uomo. Ma il Signore ci libera dalla paura e dall'oppressione, che tengono l'uomo a testa bassa.
A consentirci di levare il capo è Dio stesso - "Ma tu, Signore, sei uno scudo attorno a me, tu sei la mia gloria e sollevi il mio capo" (Sal 3,4) -, restituendoci dignità e consentendoci di vedere l'orizzonte ultimo della storia.
Preghiera
Vieni, Signore Gesù! Noi ti attendiamo come giudice della storia e liberatore degli oppressi. Non tardare. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona